Giochiamo un po' con gli inni nazionali (almeno con quelli a noi noti), compilando una sorta di hit parade. Per me sono questi i migliori; poi ognuno può esprimere le proprie preferenze...
1. posto: inno britannico. Ha la sobrietà e l'orecchiabilità giuste per rappresentare lo spirito di un'intera nazione.
2. posto: inno tedesco (forse perché vivo in Germania, ma poi, obiettivamente, è molto bella la melodia di Haydn; comunque qualcuno dice che il vero inno nazionale dei crucchi dovrebbe essere l'Inno alla Gioia di Beethoven, su versi di Schiller [vedi Nona Sinfonia]. Vabbe', è poi divenuto l'Inno Europeo e forse è meglio così: Beethoven non amava i nazionalismi esasperati).
3. posto: la Marsigliese. Ascoltandola, pare proprio di vedere il popolo (o gli "enfants de la Patrie") alla riscossa...
4. posto: l'Inno di Mameli. Il testo è tremendo ma la marcetta, a firma di Michele Novaro, è okay. Dovrebbe essere chiamato l'"Inno di Novaro", in effetti.
5. posto: l'inno irlandese (sa di birra e di merda di cavallo, ottime spezie per ogni festa di villaggio che si rispetti).
6. posto: inno russo, che ha però un testo (quello post-sovietico) che ben pochi russi conoscono a memoria (risale al 2001) ed è a dir poco insipido. L'Internazionale è, decisamente, più piacevole; la celebre melodia, composta nel 1871 dall'operaio-musicista belga Pierre Degeyter su liriche dell'operaio-poeta parigino Eugène Pottier, fu l'inno sovietico dal 1917 al 1943. Come mai non se lo sono tenuti, almeno fino all'avvento di Eltsin? Forse per problemi di... copyright?
6. posto (pari merito): lo Star-Spangled Banner. È diventata celebre l'esecuzione dell'inno statunitense fatta da Jimi Hendrix durante il festival di Woodstock nel 1969. Si avvertono benissimo gli scoppi della guerra in Vietnam e la protesta per i diritti civili calpestati.
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