Traduzione di Peter Patti.
Con note esplicative del traduttore.
[Philip Larkin: poeta piccolo-borghese e con idee di estrema destra.]
MCMXIV
(pubblicata la prima volta nel 1964)
Quelle lunghe linee irregolari
Come allungate esternamenteChe stanno in piedi impazientiLe corone di cappelli, il soleThe Oval oppure Villa Park [1],Sorridenti come se tutto ciò fosseSui volti arcaici baffutiUn'escursione di Ferragosto;E i negozi chiusi, e i nomi sbiaditiI quattrini e i sovereigns,Di premiate ditte sulle tende parasole,E hanno nomi di re e regine,E bambini che giocano scurovestitiPer il cacao e le torsade, e i pubLe pubblicità su lattaAperti tutto il giorno;E la campagna ignora il tutto:Da erbe fiorite e da pratiI nomi dei luoghi sono ombreggiatiSotto il silenzio inquieto del grano;Che confondono le righe del Domesday Book [2]Con camere minuscole dentro enormi magioni,I servitori in tenute differentiNuvole di polvere dietro le limousine;Mai tale innocenza,Come è stato mutato il passatoMai prima né dopo,lasciavano i loro giardini in ordine,Senza una parola: gli uominiduravano un po' più a lungo:Le migliaia di matrimoniMai più tanta innocenza.
[1] Impianti sportivi rispettivamente di Londra (The Oval è dove si gioca a cricket) e di Birmingham (Villa Park è uno stadio di calcio).
[2] Con 'Domesday lines' Larkin si riferisce al 'Domesday Book' che risale alla conquista normanna del 1066. I Normanni, guidati da Guglielmo il Conquistatore, fecero un accurato censimento di città, cittadine e villaggi inglesi.
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MCMXIVPhilip Larkin, first published in 1964Those long uneven linesStanding as patientlyAs if they were stretched outsideThe Oval or Villa Park,The crowns of hats, the sunOn moustached archaic facesGrinning as if it were allAn August Bank Holiday lark;And the shut shops, the bleachedEstablished names on the sunblinds,The farthings and sovereigns,And dark-clothed children at playCalled after kings and queens,The tin advertisementsFor cocoa and twist, and the pubsWide open all day;And the countryside not caring:The place-names all hazed overWith flowering grasses, and fieldsShadowing Domesday linesUnder wheat’s restless silence;The differently-dressed servantsWith tiny rooms in huge houses,The dust behind limousines;Never such innocence,Never before or since,As changed itself to pastWithout a word – the menLeaving the gardens tidy,The thousands of marriages,Lasting a little while longer:Never such innocence again.(from Philip Larkin: Collected Poems)
NOTE ESPLICATIVE
"MCMXIV", dunque 1914. I numeri in caratteri romani suggeriscono le lapidi e i monumenti cimiteriali.
Philip Larkin, che era appassionato di fotografia, apre questo suo componimento osservando una foto d'epoca. È l'anno dell'inizio della Prima Guerra Mondiale (per gli inglesi, la guerra iniziò nell'agosto 1914) e il gruppo di uomini ritratto (le cui figure hanno orli sbiaditi, sono come allungate, a causa della tecnica poco sviluppata del tempo) ha qualcosa di arcaico in sé: portano i baffoni e le loro facce sono attraversate da un ghigno, come se si accingessero ad andare a una festa ("lark" in questo caso è il gioco, con riferimento al cricket - "The Oval" -, seguito dal calcio - "Villa Park").
Nella seconda stanza, il poeta allarga la visuale. Lo sguardo - suo e nostro - si sposta oltre le figure allineate. Ecco la campagna, e le proprietà signorili ove regna una rigida gerarchia di ruoli (i servi sono vestiti diversamente l'uno dall'altro, a seconda del ruolo che ricoprono nella casa): è il momento di transizione dal periodo pre-bellico al confronto armato e Larkin esprime una forte nostalgia per gli anni che furono. L'accenno al Domesday Book, al libro del censo dei Normanni, ha a che fare con l'idea che quasi 1000 anni di immutata storia inglese e struttura sociale inalterata sono stati cancellati dall'evento furioso, fatale: dal primo conflitto mondiale, appunto.
Nella stanza finale, il poeta ribadisce il senso di perdita dell'innocenza: non ci saranno più gli uomini a tenere in ordine e ben curati i giardini (segno di un legame stretto con la natura); inoltre, i matrimoni dureranno di meno, attraverso anche l'assenza degli stessi uomini dovuta alla chiamata alle armi... e, spesso, a una morte straziante al fronte.
Non è una poesia di guerra. In questi versi, la riflessione è incentrata sulle conseguenze sociali ed esistenziali di un vasto conflitto. Larkin era un civile, non un militare. Mentre era studente a Oxford fu chiamato a combattere nella Seconda Guerra Mondiale ma lo riformarono per problemi alla vista.
Ora, mezzo secolo dopo l'inizio della Grande Guerra, scrive con ponderatezza, nell'intimità della sua dimora di Hull, nel Nord dell'Inghilterra, circa i mali di uno scontro bellico di cotali dimensioni. Il Regno Unito (anche quello di oggi) non è più quello precedente al 1914: così ragiona Larkin, che sente l'urgenza di idealizzare l'ieri. Come in Yeats e in Thomas Hardy, i temi affrontati nei suoi versi sono quelli elementari ma fondamentali della poesia di tutte le epoche: il trascorrere del tempo, i cambiamenti radicali, la perdita di valori e - assai evidente in lui - la perdita di certezze quotidiane, di sicurezza domestica,
Le sue posizioni sono quelle di un cittadino dalle idee nostalgiche; alquanto conservative; anzi: proprio reazionarie (aveva forti simpatie per l'estrema destra). L'ieri è sempre migliore dell'oggi, il passato ha da essere presentato come mitico, nobile...
Furono tre le sprovvedute che cadettero nelle sue grinfie: la bibliotecaria, la segretaria, la lettrice
Nei suoi componimenti, Philip Larkin (1922-1985) ha documentato e sezionato con infallibile precisione l'Inghilterra provinciale in cui era immerso pienamente, comodo biotopo, appropriato per enucleare l'essenza dell'umanità. L'amore gli procurava comunque qualche problema, sconvolgendogli - arricchendolo - il Tutti-I-Giorni. Philip Larkin era un amatore - più che un amante - in eterno conflitto, incapace di risolvere le sue intricate relazioni (non sempre sessuali). Soltanto diversi anni dopo la sua morte (avvenuta su un letto di ospedale di Hull) è emerso che, prima di espirare l'ultimo respiro, Larkin rivelò a una delle sue tre amanti (o comunque donne amate) chi fosse stata effettivamente la preferita.
Ma chi erano "le tre donne" di questo poeta che era ed è considerato, almeno in ambito artistico, un antiromantico? E che privatamente non nascondeva di essere terrorizzato dall'idea di sposarsi?
Erano Monica Jones, lettrice d'inglese, Maeve Brennan, una collega nella biblioteca in cui lui lavorava e Betty Mackereth, la segretaria. Ebbe relazioni con loro durante gli Anni '70 e le considerava (fecendosi tanti film mentali) in concorrenza reciproca.
Prima di loro c'erano state Ruth, Winifred, Patsy (quest'ultima era rimasta incinta di lui, ma perse il bambino)... Era un uomo retrogrado che scriveva versi importanti e... possedeva una collezione di immagini pornografiche niente male.
Suo padre aveva tenuto in casa una statua di Hitler e lo stesso Philip crebbe non soltanto misogino, ma anche piuttosto razzista.
Io mi sono imbattutto in Larkin leggendo Anthony Burgess; più precisamente, una recensione scritta dal grande romanziere di Manchester in cui veniva messo a nudo e sottilmente ridicolizzato l'estremismo delle opinioni politiche di Philip. Inutile dirlo: i due rimasero nemici per la pelle vita natural durante.
Insomma: Philip Larkin, la sua poetica e la sua esistenza da piccolo impiegato pieno di bizzarre convinzioni sono argomenti da approfondire! Interessante anche il fatto che un'altra sua passione fosse il jazz: Philip Larkin scrisse numerosi articoli sull'argomento. Reputo che sia uno spasso andare a cercare quegli articoli e paragonare le sue opinioni musicali con le nostre.
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