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domenica, dicembre 18, 2011

'The peter patti Daily' - il nuovo numero è qui

E' uscito The peter patti Daily






---> http://paper.li/peterpatti/1319984875


lunedì, febbraio 02, 2009

Ennesimi omicidi politici in Russia

Il 19 gennaio è stata uccisa in pieno centro di Mosca Anastasia ("Nastyia") Baburova, giornalista della Novaya gazeta. Insieme a lei era il 34enne avvocato Stanislav Markelov. Lui è caduto per primo. Il sicario ha mirato alla sua nuca. La Baburova ha cercato di inseguirlo, ma è stata colpita a sua volta da una pallottola alla testa.
anastasia baburova
stanislav markelov
Stanislav Markelow rappresentava gli interessi delle vittime torturate e giustiziate in Cecenia. Si occupava inoltre di casi in cui sono stati coinvolti gruppi neofascisti appoggiati dal governo di Putin. Dopo la morte di Anna Politkovskaya, Markelow fu parte civile nei processi ai giornalisti che di quell'omicidio scrissero con toni poco graditi al governo.
Un altro fra i suoi clienti di rilievo era il giornalista Mikhail Beketov, aggredito e picchiato selvaggiamente nel novembre 2008.
Markelow era anche l'avvocato della famiglia di Igor Domnikov, un redattore della Novaya gazeta che venne ucciso nel 2000, e stava tentando di convincere le autorità a trascinare davanti al giudice gli assassini di Domnikov, che si trovano ancora a piede libero.


Anastasia Baburova aveva soltanto 25 anni e lavorava come freelance per la Novaya gazeta da pochissimi mesi: aveva infatti iniziato nell'ottobre 2008, decisa a investigare sulle organizzazioni neonaziste e a svelare la verità che si cela dietro ai loro efferati crimini.


I sospetti sul doppio omicidio sono subito caduti sull'ex colonnello Igor Budanov, che in Cecenia ha torturato e seviziato a morte la 18enne Elza Kungayeva. Budanov, condannato a 10 anni di carcere per crimini di guerra (uno dei pochissimi casi di ufficiali costretti a essere processati), è stato rilasciato 18 mesi prima della scadenza della prigionia. Motivo: "buona condotta". Stanislav Markelow era uno degli avvocati della famiglia Kungaev e aveva protestato vanamente contro la liberazione del colonnello.




Putin, il nuovo zar

Putin è diventato Presidente russo il 26 marzo 2000 e, strano ma forse no, l'omicidio a Elza Kungaeva nel villaggio ceceno di Tangi fu perpetrato la stessa sera della sua elezione. Il colonnello Budanov dovette affrontare il processo quasi a rappresentanza di tutti gli altri ufficiali colpevoli di torture e omicidi in Cecenia e che, com'è tipico della Russia, l'hanno fatta franca. Ora è libero anche Budanov ed è logico pensare che il killer che ha eliminato Markelow e la Baburova abbia agito dietro sua richiesta. Ma non ci sarà, ovviamente, nessuna vera inchiesta, così come è accaduto dopo l'omicidio ad Anna Politkovskaya.
L'8 maggio 2008, Vladimir Putin divenne il nuovo Premier e come Presidente subentrò al suo posto Dmitri Medvedev, comunemente ritenuto una marionetta dell'ex capo del KGB.


E' ormai lunghissima la lista dei giornalisti che hanno trovato la morte perché si sono rivoltati contro la corruzione e le ingiustizie del governo di Mosca. Lo scorso agosto, nella Inguscezia (un'altra repubblica nord-caucasica), è stata la volta di Magomed Yevloyev, responsabile di un sito Internet di opposizione. (Maggiori informazioni qui: http://ingushetiya.wordpress.com/) I suoi fans hanno immediatamente puntato il dito contro l'allora presidente e ministro degli interni dell'Inguscezia e ci fu un plauso generale quando il Cremlino depose l'uomo da entrambe le cariche. Ma lui nel frattempo ha trovato una nuova sistemazione come ispettore generale a Mosca...
L'impunità, a quanto pare, prevale sempre.





Altri giornalisti russi recentemente uccisi o tolti dalla circolazione

Luglio 2008 - Larissa Arap, oppositrice di Putin, viene rinchiusa in manicomio a causa degli articoli in cui denunciava che in centri per la cura di malattie mentali veniva praticato l'elettrochoc su bambini. A denunciarlo è il Fronte Civile Unito, l'organizzazione politica che fa capo all'ex campione di scacchi Kasparov.

Settembre 2008 - Nel Daghestan, regione russa nel nord del Caucaso, Abdulla Alishayev è stato attaccato da un gruppo di uomini non identificati, che lo hanno ferito alla spalla e alla testa. L'uomo è stato operato, ma i medici - riferisce la polizia - non sarebbero riusciti a salvarlo.

Novembre 2008 - Mikhail Beketov, direttore del quotidiano Khimkinskaia Pravdà, viene trovato svenuto in un lago di sangue sotto casa propria. I medici gli amputano una gamba e fanno altri interventi che gli salvano la vita ma lo lasciano come un rudere d'uomo. Un pezzo del cranio gli ha perforato il cervello.

Dal 1992, sono più di 100 i giornalisti uccisi. Solo in Irak e in Algeria ne sono morti di più. (Una lista esauriente si trova qui, oppure qui. Tra di loro anche un italiano: Antonio Russo, un freelance che lavorava per Radio Radicale, ucciso in Georgia attraverso lo schiacciamento del torace, metodo tipico dei servizi segreti sovietici. Russo era in procinto di rientrare in Italia per portare nuove testimonianze e documenti sull’atrocità della guerra in Cecenia.


Secondo il rapporto di Transparency International del 2008, la Russia occupa, tra i Paesi "trasparenti", il 147simo posto insieme a Kenya, Bangladesh e Siria: ciò significa che è tra i più corrotti. L'Italia di Berlusconi la troviamo al 55simo posto, addirittura dopo il Sud Africa. In cima alla classifica sono Danimarca, Nuova Zelanda e Svezia.

domenica, ottobre 29, 2006

Anna Politovskaja, giornalista siciliana

di Riccardo Orioles

(Apparso su La Catena di Sanlibero, n. 342)

Anna Politovskaja, giornalista siciliana. Anche stamattina, al giornale, i colleghi hanno dato un'occhiata alla scrivania vuota e si sono messi al computer a lavorare. Il potere e' mafioso, lo si sa: pero' loro lo scrivono, fanno i nomi e i cognomi, e sono soli. Di chi e' la scrivania vuota? Chi e' il collega, assassinato dagli imprenditori mafiosi, che fino all'altro giorno scriveva? In che lingua scriveva? In russo, in italiano, in castigliano? Russia, Sicilia, Colombia? E che importanza ha. Siamo in un paese dove l'informazione non e' libera, dove i politici al massimo livello fanno accordi coi mafiosi (si chiamino Cuffaro o Putin, gioviali notabili o cupi apparatniki), dove l'imprenditoria e' collusa, dove il popolo fiaccato da rassegnazione e miseria non osa alzare la testa eppure (essi sanno benissimo) un giorno, grazie a loro che resistono, la rialzera'. E in quale chiesa si sono svolti stavolta - sempre piu' soli e inutili - i funerali? Pochi compagni attorno, dichiarazioni sprezzanti ("La mafia qua non esiste", "Nessuno stava a leggere il suo giornale") delle Autorita'. E quell'applauso commosso, di quelle poche centinaia di impauriti ma consapevoli cittadini. E loro che si allontanano, a spalle chine, per ritornare alla redazione, a scrivere tutto cio' che e' successo, anche in questa giornata. Manderanno ai giornali esteri ("I servizi hanno sequestrato il suo computer", "stava facendo un'inchiesta sui massacri") note redazionali. Aggiorneranno il palinsesto di questo numero, sperando che gli edicolanti - almeno per un altro po', almeno qualcuno - acconsentano a esporre ancora il giornale. Non parleranno, fra di loro, di lei, salvo che per ragioni di lavoro. Ma a lei penseranno ogni attimo, firmando le nuove inchieste, guardando la rotativa che le stampano, seguendo con lo sguardo le macchine che si allontanano portando dovunque possibile le copie del giornale.



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Nessuno scrive piu' di te, Anna, ed e' passato appena un paio di settimane. Ci sono altre cose da scrivere, guerre, re, star system, presidenti, cantanti: altri eventi del vasto mondo ingombrano la grande stampa internazionale. Hanno scritto che eri una giornalista, una brava giornalista, e che sei morta: cosa potevi chiedergli di piu', a questi illustri e - per quasi due giorni - partecipi colleghi? E' nelle povere stanze e fra i computer rabberciati, con gli altri redattori dei tuoi stenti giornali, che ancora vive il Giornalismo. Lui non ti ha dimenticata, ne' tutti gli altri come te.



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Giornalismo. Convegno della stampa libera siciliana, il 4 e 5
novembre a Catania. Come spezzare il monopolio, come dare tecnologie
alla liberta'. Come organizzarsi - insieme. Come trasformare.

Info: riccardoorioles[AT]sanlibero[DOT]it, lucio[AT]sanlibero[DOT]it

domenica, settembre 17, 2006

Giampietro Stocco: 'Dea del Caos'



Anno 2005. Da trent'anni Genova e' la capitale della Repubblica Democratica Cisalpina, ovvero il nord-ovest d'Italia. Il nostro Paese e' infatti diviso in tre fin dal 1976, quando il fascismo cadde dopo oltre mezzo secolo di regime, con l’invasione tedesca e la fuga di Galeazzo Ciano (successore di Mussolini) in Germania.

Il giornalista Marco Diletti, gia' protagonista del romanzo fantapolitico Nero italiano, torna a confrontarsi con le oscure vicende del passato. Che cosa conteneva la cartella verde consegnata trent’anni prima a un giornalista televisivo? Qual e' il segreto di Antonio Murgita, l'ex leader comunista idolatrato dalle folle? E chi e' la Dea del Caos? Diletti, ora in pensione, viene assistito nelle sue ricerche dalla figlia Bianca...

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L’Autore: Giampietro Stocco (Roma 1961), giornalista del TGR RAI per la Liguria, prima di trasferirsi a Genova, dove risiede da cinque anni, ha lavorato ad Ancona e al GR2. Per Fratelli Frilli Editori, sempre nella collana Tascabili-noir, ha pubblicato Nero italiano (2003). Tra breve uscira' il suo nuovo romanzo di fantascienza Figlio della Schiera.



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Giampietro Stocco: Dea del Caos

Fratelli Frilli Editori, collana Tascabili Noir

sabato, settembre 02, 2006

zerovirgolaniente è per salvare Il Manifesto

Il Manifesto

Qualche anno fa, la taz ("Tageszeitung") di Berlino, quotidiano libero e indipendente, rischiò di dover chiudere. Fu salvato da una campagna di sottoscrizioni che ancora continua e che gli procura l'ossigeno necessario per sopravvivere nella selva "globalizzata" dell'editoria mitteleuropea.

Un miracolo simile potrebbe accadere anche nel nostro Paese.

peter patti di "zerovirgolaniente" è convinto che l'eventuale perdita di una voce libera quale quella garantita ormai da decenni da Il Manifesto rappresenterebbe, per il panorama della stampa italiana, un vulnus irrecuperabile.

Invito tutti coloro che mi seguono a partecipare a un'operazione di salvataggio che è prima di tutto salvataggio della libertà di espressione senza vincoli di padrone.

Le sottoscrizioni possono essere fatte:



    Telefonicamente con carta di credito


    Con versamento su c/c postale


    Con versamento sul c/c bancario di Banca Etica



Per tutte le altre informazioni e per partecipare al dibattito in corso sul futuro de Il Manifesto visitate il sito www.ilmanifesto.it.