Quest'anno il premio va a un giovane autore torinese
Si diceva che non avrebbe mai potuto vincere l'edizione 2008 dello Strega, proprio perchè il suo scrittore preferito, Niccolò Ammaniti, ne era stato insignito appena lo scorso anno per Come Dio comanda. E invece Paolo Giordano ce l'ha fatta. Dopo aver conquistato il premio per l'Opera Prima al Campiello, si è aggiudicato anche la 62sima edizione dello Strega. Ha prevalso sul più quotato (e più vetusto; e certamente non meno bravo) Ermanno Rea, piazzatosi al secondo posto con Napoli Ferrovia (Rizzoli), libro che a nostro parere avrebbe meritato la vittoria. Terza la Comencini con L'illusione del bene (Feltrinelli, grande assente dal podio da molti anni). Diego De Silva conquista 22 voti con il suo Non avevo capito niente (Einaudi) e Lidia Ravera chiude la cinquina con 20 voti per un Le seduzioni dell'inverno (edizioni Nottetempo).
Giordano ha 26 anni, ha amato i Radiohead come molti altri figli degli anni Novanta e, da quando La solitudine dei numeri primi (Mondadori) è un best seller, tiene anche una rubrica su Gioia: da una notizia tira fuori un numero e vi costruisce intorno un articoletto. Lui lo chiama “un bell’esercizio di stile”. Con lo stesso stile, studiato, serio come lo ha definito Alessandro Baricco (il quale però afferma di non aver ancor letto il romanzo!), ha scritto anche un racconto per il Festival Letterature di Roma e uno per Medici Senza Frontiere.
Giordano ha scelto di basare la storia di Alice e Mattia, protagonisti del suo romanzo di debutto, sulla metafora dei numeri primi. E' un'idea non nuovissima quella di scegliere la matematica come filo rosso per una vicenda umana (il caso più splendido è Brazzaville Beach di William Boyd), ma l'approccio del giovane autore è intelligente e crea degli effetti inaspettati.
Tra i due personaggi principali, Mattia è quello più inibito: un ragazzo incapace di materializzare il suo sentimento nei confronti di Alice, oltre che di realizzarsi veramente nella vita. Lei è molto più forte, molto più "mobile" e anche più disposta a lasciar perdere ciò che la ferisce pur di costruire qualcosa. In questo Giordano ha voluto descrivere la forza di volontà che è molto più sviluppata nel cosiddetto "gentil sesso" e la capacità trascinante delle donne di sfrondare tutto il superfluo e dire "abbiamo questo, teniamocelo stretto; il resto è secondario".
La trama de La Solitudine dei numeri primi, se di trama si può parlare, cede sotto il peso del linguaggio, che è prevalente - a tratti fin troppo -, come ormai accade da lungo tempo nella letteratura di casa nostra. Abbiamo comunque trovato un nuovo, bravo scrittore, e ciò è già tanto. Durante le cerimonia di premiazione, abbiamo visto Paolo Giordano alquanto frastornato e celare il suo imbarazzo indossando un po' troppo consapevolmente i panni del "personaggio d'hoc". Un segno evidente di fragilità. Speriamo che gli elogi - e i quattrini - non gli rovinino la vita e, soprattutto, il talento.
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Ecco le presentazioni di tutt'e cinque i romanzi finalisti dello Strega 2008:
- NAPOLI FERROVIA di Ermanno Rea (Rizzoli). "L'io narrante e Caracas, l'uno proiezione dell'altro (e viceversa) costruiscono la storiografia rabbiosa, ossessiva, fantastica di un territorio bloccato dalle strategie post guerra fredda", afferma Enzio Golino. Napoli Ferrovia è l'abnorme insieme di strade, vicoli e slarghi che compone il poligono più disperato della città. Ogni notte un uomo lo percorre in lungo e in largo forse alla ricerca di se stesso, forse di nulla: si fa chiamare Caracas ed è un ex naziskin allo sbando che ha scelto Maometto e pratica un'accanita militanza tra gli ultimi della terra. Dall'incontro casuale con l'io narrante, "vecchia cariatide comunista", nasce una paradossale ma saldissima amicizia, filo conduttore di questo romanzo rapsodico e nevrotico che si costruisce tra continui lampi narrativi, mettendo in scena passioni, dolori, amori, ricordi, speranze, utopie. Mettendo in scena l'analisi e il ripensamento di una vita impegnata, davanti allo sfascio della propria amata città e all'idea di abbandonarla.
- L'ILLUSIONE DEL BENE di Cristina Comencini (Feltrinelli). "Un insolito romanzo di idee sui grandi conflitti etici e ideali del nostro tempo, in cui il pubblico e il privato, la politica e gli affetti sono legati assieme" ha scritto Filippo La Porta. Mario è un uomo malinconico, deluso, dopo aver creduto con passione di cambiare il mondo e non è ancora del tutto rassegnato al crollo degli ideali in cui ha creduto. Soprattutto non riesce a capacitarsi di come nessuno voglia fare davvero i conti con quel che ormai si sa essere stato il comunismo reale. Il tutto tinto di giallo, dopo l'incontro di Mario con una giovane pianista russa.
- NON AVEVO CAPITO NIENTE di Diego De Silva (Einaudi). "Vincenzo Malinconico, sfigato protagonista di questa storia, ha il dono rarissimo di parlarci di cose importanti facendoci sorridere e di commuoverci senza essere mai patetico", ha scritto Niccolò Ammaniti presentando il libro in concorso. Malinconico è un avvocato napoletano che finge di lavorare per riempire le sue giornate. Divide con altri finti-occupati come lui uno studio arredato con mobili Ikea, chiamati affettuosamente per nome come fossero persone di famiglia. La sua famiglia vera, del resto, è allo sfascio, ma gli capitano improvvisamente due miracoli. Il primo è una nomina a difensore di un becchino di camorra che lo coinvolge in un'avventura processuale rocambolesca. Il secondo si chiama Alessandra Persiano: la donna più bella del tribunale, che si innamora di lui e prende a riempirgli la vita e il frigorifero. Un libro divertente per riflettere sulla Napoli di oggi e sulla realtà della presenza della camorra nella vita quotidiana delle persone.
- LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI di Paolo Giordano (Mondadori). "E' sorprendente la puntualità con la quale questo scrittore esordiente di soli 25 anni governa una materia tanto scottante quale quella di due bambini che hanno incontrato, ciascuno a suo modo, l'orrore", scrive Franco Marcoladi nella presentazione del libro alla gara dello Strega. Alice ha sette anni e odia la scuola di sci, ma suo padre la obbliga ad andarci e avrà un grave incidente che la segnerà psicologicamente e fisicamente per la vita. Mattia è un ragazzino intelligente con una gemella ritardata, Michela, che, vergognandosi con i propri compagni, lascia in parco, con la promessa che tornerà presto a prenderla, e sparirà invece per sempre. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, condizionano pesantemente il futuro dei due protagonisti, le cui vite si incroceranno, scoprendosi strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Una storia sofferta, senza speranza, lucidissima sul dolore dei giovani d'oggi.
- LE SEDUZIONI DELL'INVERNO di Lidia Ravera (Nottetempo). "L'ironia e la maturità del pensiero impregnano di sé una prosa sempre vivace e pungente.... Un gioco crudele e beffardo condotto con sapienza narrativa ed eleganza letteraria" ha scritto Dacia Marini di questo lungo racconto, presentandolo al premio. Stefano conduce la vita di un single separato di mezz'età: casa disordinata, letto sfatto e una cucina in cui si ammucchiano i piatti da lavare. Ma un giorno l'appartamento è trasformato, la tavola imbandita, una musica classica si diffonde dolcemente: è comparsa Sophie, donna colta e riservata. Le seduzioni di Sophie vincono il cuore invernale di Stefano, che per la prima volta si abbandona alla passione. Tanto più duro è il secondo risveglio, la casa vuota, deserta, silenziosa. L'inverno è una stagione del cuore e del tempo: le sue seduzioni sono sottili e insidiose. Soprattutto se sono la posta in gioco di una crudele partita fra donne.
Scheda del vincitore: Nato a Torino nel 1982, Paolo Giordano non ha seguito studi letterari. E' infatti laureato in Fisica delle interazioni fondamentali e attualmente ha una borsa di dottorato nell'Università della sua città natale. La solitudine dei numeri primi ha già venduto 200.000 copie ed è diventato un grande successo soprattutto tra i giovani. Calcolando che il Premio Strega riesce a moltiplicare le vendite di un volume anche per ben sette volte, si può calcolare (insieme ai diritti per l'estero e quelli - già venduti! - per il cinema) di quali proporzioni sarà il resoconto finale dell'operazione condotta dalla Mondadori che ha voluto puntare ogni cosa su uno scrittore tanto giovane.
Lo Strega: Lo Strega, nato nel 1947 per volere dell'Associazione ´Amici della domenica' che si proponeva di risollevare il morale della cultura italiana dopo i terribili anni di guerra, quest'anno è stato guidato per la prima volta dal linguista Tullio De Mauro, nuovo direttore della Fondazione Bellonci che lo organizza. De Mauro è succeduto ad Anna Maria Rimoaldi, scomparsa l'anno scorso e storica madrina sin dal 1986. Anche il primo vincitore, Ennio Flaiano, nel 1947, era un esordiente e di anni ne aveva 37. E nell'elenco degli scrittori più giovani figurano inoltre Alberto Bevilacqua vincitore a 34 anni, Raffaele La Capria e Niccolò Ammaniti a 39, Melania Mazzucco a 37, Cesare Pavese a 42. Ora, in questa gara parallela dei dati anagrafici, Paolo Giordano ha battuto tutti. Visti gli intendimenti di De Mauro di voler svecchiare anche la giuria, avremo forse presto dei "baby premiati"?