venerdì, maggio 08, 2020

Quattro nuove poesie di Anna Murabito

Sono poesie "nuove" rispetto alle Parole naufraghe (vedi recensione del volume), ma la produzione continua e offre sempre risvolti nuovi e interessanti che vanno oltre al labor limae
Se c'è un filo rosso nei versi di Anna Murabito (alias Alida Pardo), quello è l'eleganza.



I colori della vita

Penso al mio corpo bianco
affamato di gloria
tremante nel cappotto
davanti a un mare
nero d’inverno.
Il cielo trafitto
da stelle d’acciaio
e tu accanto a me
divino sconosciuto.
Vedo il the profumato
fumare nella tazza
nella stanza
che a volte era la mia.
La luna riflessa nel catino
inargentava un sogno.
A mani nude
impastavo i colori della vita.




Riflessi

Aperti dai lampioni del giardino
i riflessi lunghi sul soffitto
ora non sono più
treni di luce.
Non portano più l’acqua
verso il mare
come delta di fiume.
Ristagnano.
Disegno evanescente
macchia chiara
senz’anima.
A volte cerco di afferrarli
per ripercorrere
cammini d’avventura
legati all’acqua
ed al suo eterno andare.
Mi rimangono in pugno
opache dissonanze
note consumate.
A quelle tracce
aggancio
solo sommessi azzardi
scie senza spuma.


Sere d’autunno

Sere d’autunno
in chiave di scontento
allineate all’orizzonte
rassegnato
nello stupore lento
del crepuscolo.
Case tutte uguali
abbandonate
come cordami stanchi.
Non conoscono il sole
né la luna
solo lampioni gialli
  ristagnanti
  nella nebbia del tempo.
Immerse in un presente ignavo
senza pianto.
Sere di velo bianco
avviluppate
intorno al niente della mente.
Nell’aria un odore di stoppie
bagnate di pioggia.



Sorrisi

Ci sono sorrisi che si perdono.
Quelli labili,
bianchi
come bugie innocenti.
Quelli velocissimi
che lampeggiano
nell’attimo fuggente.
I sorrisi effervescenti delle feste
impigliati al riflesso
dei bicchieri
e poi scie di sorrisi
rivolti a qualcuno
che già si allontana:
code d’amore
inesitate.
Vagano sospesi
per un tempo incerto
prima di svanire
come un canto remoto.
Qualcuno,
forse solo al mondo,
li raccoglie con un retino fine
li intreccia
con l’oro e con la seta
li accende di notte
quando fa buio.



Rileggi la recensione di Parole naufraghe








2 commenti:

Giuseppe ha detto...

Aggiungo poche parole al mio commento precedente. C’è un rinnovato interesse per la poesia oggi. Forse perché, di fronte alle esorbitante banale comunicazione consentita dalla tecnologia, si vorrebbe un po’ di verità. Ma molti tornano a scrivere poesie anche perché questa forma d’arte dà la illusoria impressione di essere composizione facile da confezionare. Così assai spesso è dato il nome di poesia all’esposizione di un concetto, di un pensiero (spesso un pensierino) e - lo affermo polemicamente - si dimentica che poesia è da sempre essenzialmente “parola”, fatica di scoprire il termine “giusto”, metafora folgorante come velo dell’idea, immagine imprevista e sorprendente, scultura linguistica… Raramente i versificatori attuali si ricordano di tutto questo. E considerano allegramente “verso” qualunque frase che va “a capo” prima che finisca il rigo. E fanno poesia che va a piedi e non vola. E invece, a leggere le poesie della Murabito, che è stata opportunamente ospitata dal blog, sembra che la stessa abbia fatto propria l’eterna qualità della poesia e offre al lettore composizioni in distillato di passioni, sentimenti e cultura. Ricchezza, in involucro di eleganza, che deriva, si avverte, da una felice sorgente di ispirazione a volte funambolica (v. “I sorrisi effervescenti delle feste / impiglitai al riflesso / dei bicchieri…”). Ora occorre che un vasto pubblico si accorga del valore di questa vera artista anche, ritengo, attraverso la raccolta di poesie dal titolo intrigante “Parole Naufraghe” citata nella presentazione. Noi lo speriamo per il bene della letteratura di oggi e di domani.

peter patti ha detto...

Grazie!