Marco Travaglio colpevole di lesa maestà? "Cazzo! Schifani sullo scranno più alto, poco più giù Dell’Utri e Cuffaro che si abbracciavano, e ancora un po’ più giù Alemanno con la celtica al collo. Baci, abbracci (tarallucci e celtiche). Ma in che cazzo di paese viviamo?"
(Commento tratto da una pagina web)
Fabio Fazio si è scusato pubblicamente per la sua intervista a Marco Travaglio di sabato 10 maggio in Che tempo che fa. Ma perché scusarsi? Ha invitato Travaglio al suo programma e gli ha posto domande che dovevano per forza generare determinate risposte. Ma di che cosa credeva che avrebbe parlato il giornalista al vetriolo? Dell'appassionante finale di campionato di calcio? Oppure delle ultime teorie sullo sviluppo della fisica quantistica? Ipocrita! Ma dobbiamo capirlo: anche Fazio tiene famiglia e spesso si dissocia da se stesso attraverso un gioco delle parti.
Ora si sono tutti scagliati contro Marco Travaglio, personaggio che fa comodo quando si tratta di far alzare gli ascolti ma dal quale ci si può facilmente dissociare con un sorrisino, come ha fatto anche Santoro in Anno zero.
Ma che cosa ha detto Travaglio? Ecco le sue parole:
"Una volta avevamo De Gasperi, Einaudi, De Nicola, Merzagora, Parri, Pertini, Nenni, Fanfani... Uno passa tutta la trafila e poi vede Schifani. E dice: 'C'è un elemento di originalità'. Seconda carica dello Stato Schifani! mi domando chi sarà quello dopo, la muffa probabilmente, il lombrico."
Fazio: "Mi tocca dissociarmi... non sono d'accordo con niente..."
Travaglio: "Dalla muffa si ricava la penicillina tra l'altro, era un esempio sbagliato".
Apriti cielo. In realtà nelle sue parole non c'era niente di offensivo in senso stretto, a meno che per offensiva non si intenda la verità dei fatti, peraltro già rese note in un libro dello stesso Travaglio. Eppure, tutti i commenti politici e giornalistici che si leggono sull'intervento dello scrittore non ci rivelano se Marco abbia detto una bugia o una verità, ma lo accusano di voler minare il dialogo... Persino Anna Finocchiaro, senatrice del PD, si è schierata dalla parte di Schifani, sotto la nuova egida del confronto leale e del dialogo tra governo e opposizione: "Trovo inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, come quella di collusione mafiosa, nei confronti del presidente del Senato, in diretta tv su una rete pubblica, senza possibilità di contraddittorio".
Nella ridda di voci che si sono levate contro Travaglio e a difesa del Presidente del Senato, non si registrano - lo sottolineamo - ammissioni circa la veridicità della notizia.
Unica voce fuori dal coro quella di Antonio Di Pietro: "Esprimo solidarietà a Marco Travaglio perchè ha fatto semplicemente il suo dovere raccontando quel che sono i fatti. Certi episodi non possono essere cambiati o taciuti solo perché, da un giorno all'altro, una persona diventa presidente del Senato oppure, e solo per questo, cancellare con un colpo di spugna la sua storia ed il suo passato".
In tivù è ricominciato l'autunno del censurar pensieri e trasmissioni; la stagione delle epurazioni. Non si prevedono sconti per nessuno, è vietato ricordare il passato e, soprattutto, è arrivato il momento di schierarsi. Con chi? Ovvio: con le idee che dominano adesso il Paese. Chi vuole conservare la sua poltrona rimanendo escluso dall'Editto Bulgaro deve dire "sì, signore" o, nel caso di opinionisti-testecalde, "non sono d''accordo con quello che dici". Questo sì che è scandaloso. E' allucinante tale paura di vedersi chiudere la trasmissione perché un invitato racconta fatti tra satira e realtà. Asservimento psicologico a chi manovra i fili del potere: si ricomincia, gente! Notizie filtrate, presentatori accomodanti, ospiti che rispondono a domande selezionate. Le cose stanno così: è inutile girarci intorno. Nessuno sarà toccato, se si comporterà bene.
L'atteggiamento di Schifani, della Finocchiaro e di altri ha dimostrato che la Casta non deve essere mai sfiorata da un giornalista (diritti di lesa maestà?), nemmeno quando i fatti sono veri. Ma allora perché continuare a mantenere nella Costituzione l'Articolo 21, quello sulla libertà di espressione?
Contrariamente alla maggior parte delle fonti pubbliche - tutte schierate con la Casta -, su Internet vengono esternate simpatie ardenti nei confronti di Travaglio. Uno dei commenti dice: "Se Marco Travaglio diventa direttore di questa tv pubblica, sono disposto a pagare il doppio del canone. Lo giuro."
Lo giuriamo anche noi.