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sabato, gennaio 05, 2013

La morte dimora nei paradisi esotici



4 gennaio 2008 - 4 gennaio 2013: nell'arcipelago di Los Roques, in Venezuela, si ripete il dramma a distanza di cinque anni esatti

Scompare un aereo da turismo. Fra i passeggeri, Vittorio Missoni con la moglie e due amici. Il velivolo sparito nel 2008 non venne mai ritrovato...

L'aereo con a bordo il figlio dello stilista Ottavio Missoni era un YV2615 BN-2 che faceva la spola tra le isole di Los Roques e la capitale venezuelana, Caracas. Sei le persone a bordo e tra queste, oltre ai 4 italiani, anche il pilota e il copilota. Il gruppo aveva trascorso Natale e Capodanno nell'arcipelago. L'ultimo contatto del velivolo si è verificato a 10 miglia nautiche da Los Roques.

Il 4 gennaio 2008, lo stesso tratto di mare fu al centro di un'altra misteriosa vicenda: un velivolo di turismo della compagnia Transaven con a bordo otto italiani scomparve mentre era in volo da Caracas in avvicinamento all'arcipelago.


Questa notizia rischia di oscurarne un'altra non meno drammatica: sempre in Venezuela, stavolta a Caracas, un trentunenne abruzzese originario di Villa Sant'Angelo (L'Aquila) è stato assassinato da alcuni malviventi che si sono introdotti nella sua abitazione, probabilmente per compiere un furto, e, trovandolo inaspettatamente in casa, gli hanno sparato. Il suo nome: Carlo Coletti.
Coletti era rimasto solo nell'abitazione mentre la famiglia si era trasferita qualche giorno al mare.
L'uomo era tornato l'estate scorsa in vacanza a Villa Sant'Angelo, dove vivono gli zii, per rivedere i parenti e visitare il paese distrutto dal terremoto del 6 aprile 2009.


Dunque, i paradisi esotici uccidono.

Quella che segue è una rassegna di notizie che riguardano solo gli ultimi anni. Le notizie erano apparse sull'ormai defunto blog Il Prato Nero...

01/10/2006 - Elena Vecoli, la 34enne pordenonese uccisa nella camera d'albergo a Los Roques, in Venezuela, era incinta da almeno due mesi. Questa la rivelazione più recente fatta dagli organi di stampa. Il marito, Riccardo Prescendi, picchiato da un gruppo di uomini, giace ancora su un letto d'ospedale, pur se con ferite non gravi.
  I due si trovavano in luna di miele. Los Roques, "La perla dei Caraibi", fino a qualche giorno fa era ritenuto un luogo sicuro. La coppia vi era giunta il 19 settembre e si era alloggiata nella posada 'La Lagunita', gestita da Andrea Piccinni e Claudia Rosati.
La banda di malviventi è entrata in azione verso le 3 di notte, assalendo, legando e picchiando i due turisti. Elena Vecoli è morta per soffocamento. 
Ieri le autorita' venezuelane hanno fermato tre persone sospettate dell'aggressione e dell'omicidio dell'italiana.
Ancora ignoti i motivi del delitto, ma si pensa a uno scambio di persone. La coppia alloggiava, infatti, nella camera del Piccinni, il proprietario dell'albergo, vittima, nei mesi precedenti, di un'aggressione avvenuta probabilmente a causa di una relazione extraconiugale con una donna del posto.



01/02/2007 -Altro delitto su un'isola da sogno

Michela Aurecchione, 56enne residente nel Varesotto, sposata con un costruttore del Lago Maggiore, è stata trovata riversa nel garage della villa Bacolet Pink House nella zona di Bacolet Garden, nell’isola caraibica di Tobago.
L'uccisione è avvenuta mercoledì 24 mattina: a colpi di machete. La signora è stata decapitata nella villa dove ogni anno trascorreva diversi mesi di mare. L’assassino ha quindi cercato di ammazzare anche la cameriera, unico testimone oculare dell’omicidio. Che però è riuscita a sfuggire, barricandosi in una dependance della casa e più tardi correndo incontro agli agenti in evidente stato di choc.
Michela Aurecchione era abbastanza conosciuta a Tobago: vi trascorreva quattro-cinque mesi ogni anno. La splendida casa era stata acquistata da lei e dal consorte dodici anni fa.

L'aggressore, N’Kosi Neptune, isolano di 26 anni, si è tolto la vita ingerendo qualche veleno. Il ragazzo era un conoscente della signora Aurecchione. Aveva compiuto in passato alcune riparazioni nella villa per poi diventare amico della donna. N'Kosi Neptune e Michela Aurecchione hanno iniziato a litigare. Dalle parole si è passati agli insulti. Poi N’Kosi avrebbe afferrato il machete per colpire e uccidere brutalmente l’italiana. Bisogna ora comprendere quale fossero i motivi del contrasto, anche se la polizia parla di movente passionale.



10/02/2007 - Ennesimo omicidio in un'"oasi da sogno"

Due donne italiane sono state dapprima violentate e poi massacrate a colpi di pietra nell'isola di Sal, nell'arcipelago di Capo Verde, ex colonia portoghese al largo dell'Africa Occidentale. Un'altra ragazza, in vacanza con loro, si è salvata fingendosi morta e raggiungendo poi il villaggio turistico di Santa Maria, da dove è stata portata in ospedale. Arrestati i due assalitori e il loro possibile complice. Il primo è una guida turistica capoverdiana ("Sandro"); gli altri due un nigeriano (dapprima resosi latitante) e una terza persona della quale non sono ancora note le generalità.
I corpi delle due donne, che gli assassini hanno cercato di occultare seppellendoli in una spiaggia, sono stati recuperati nella serata di venerdì. Le vittime sarebbero state identificate in Giulia Busato, 28 anni, di Verona e Dalia Saiani, 33 anni di Ravenna.
Agnese, la diciottenne che è riuscita a sfuggire agli assassini, racconta che il delitto è avvenuto mercoledì sera, quando era stata invitata a cena insieme alle amiche dal giovane capoverdiano.
Erano salite in macchina con lui ma questi, invece di condurle nel luogo stabilito, è andato in un bosco.
 Secondo la ricostruzione di un italiano - Renato Evarchi, agente immobiliare che vive a Capo Verde -, Sandro ha tra i 22 e i 25 anni ed è conosciuto come "persona serissima". Sarebbe rimasto sconvolto per la fine del rapporto con Dalia e avrebbe tentato di tutto per riconquistarla. Dopo il barbaro omicidio, si è ripresentato al lavoro come se nulla fosse.

L'isola di Sal, Capo Verde, è un posto di grande turismo. La tragedia si è verificata a Fontona, zona balneare scarsamente abitata su una costa amata dai surfisti.



06/03/2007 - Turista leccese muore a Cancun. Ve li do io i paradisi esotici!

Un giovane bancario leccese, Simone Renda, di 35 anni, che stava trascorrendo un periodo di vacanza in Messico, è morto in circostanze poco chiare nella cella del commissariato di Cancun, dove era stato rinchiuso per ubriachezza molesta...



10/05/2007 - Chi ha rapito Madeleine?



Sabato prossimo compirà 4 anni. E' sparita sei giorni fa (giovedì) a Praia da Luz, sulla costa meridionale portoghese, paradiso dei turisti ora trasformatosi nell'inferno della famiglia McCann.

Una sera, di ritorno dall'aver cenato a meno di un centinaio di metri dal loro alloggio vacanziero con alcuni amici, Kate e George McCann (entrambi medici, provenienti da Leicester) avevano trovato una finestra forzata: la bambina, rimasta sola con i due fratellini gemelli, non c'era più. Secondo alcuni esperti non sarebbe stata la prima volta che la coppia inglese lasciava soli i figli all'interno del villaggio "Ocean Blue" frequentato da turisti inglesi e irlandesi, e questo potrebbe aver spinto qualcuno a entrare in casa e rapire la piccola.

Nessun riscatto è stato chiesto. La stampa portoghese accusa una rete di pedofili inglesi di aver rapito Madeleine.

 La madre ha lanciato un appello attraverso le tv portoghesi e britanniche chiedendo al presunto rapitore di ridarle la figlia e di "non farle del male". Ieri anche Cristiano Ronaldo, calciatore portoghese in forza al Manchester United, ha rivolto un appello per trovare la bambina. "Per favore, se qualcuno ha delle informazioni parli. È importante per tutti noi" ha detto in inglese e portoghese l'attaccante lusitano davanti alle telecamere dell'emittente della sua squadra.

Il quotidiano Publico di Lisbona ha citato anonime fonti della polizia secondo cui sia gli inquirenti portoghesi che quelli di Londra, sopraggiunti per aiutare nelle indagini, stanno seguendo la pista di una rete di pedofili britannici con ramificazioni internazionali. Publico ha scritto che l'identikit mostrerebbe un individuo di pelle scura, capelli neri pettinati all'indietro, di statura media e fra i 35 e 40 anni, che la settimana precedente era stato visto fotografare bambini a Sagres, un porto nella zona dove è scomparsa Madeleine. Un altro giornale, il Correio da Manha, propone la stessa ipotesi precisando che Madeleine potrebbe essere stata rapita "per incarico" di una rete di pedofili.

Le ricerche continuano. Sono oltre 200 gli agenti di polizia, più vigili del fuoco, uomini del servizio di emergenza e della guardia costiera, e inoltre alcune decine di volontari civili, impegnati nelle battute, con l'appoggio di cani ed elicotteri, in un raggio di più di 15 chilometri da Praia da Luz.



15/08/2008 -Ancora strage di turisti in un paradiso a pagamento


Dopo le tre italiane morte in un incidente stradale in Tunisia, è di nuovo tragedia in un'"oasi per turisti". Nella Repubblica Dominicana, uno scontro tra due autobus ha provocato la morte di 20 persone, di cui 6 italiani; 3 altri nostri connazionali sono gravemente feriti.

 L'incidente è avvenuto nei pressi della città La Romana, circa 130 chilometri dalla capitale Santo Domingo. Altre fonti del posto riferiscono di 23 morti, tra cui 9 italiani. Il Ministero degli Esteri italiano ha riferito di essersi attivato inviando sul posto personale dell’ambasciata.



12/02/2009 - Incidenti stradali in Australia e Perù: muoiono sei italiani

Tre turisti italiani sono morti tra le fiamme in un incidente stradale avvenuto in Australia, mentre altri tre connazionali sono rimasti vittime, in Perù, di un incidente che ha provocato la morte di 21 persone e il ferimento di altre 79.
 

Australia: nell'incidente avvenuto intorno alle 15, ore locali, a 55 chilometri a sud della cittadina di Mackay (presso Brisbane), sono deceduti: Lorenzo Ferrarini, 28 anni, di Reggio Emilia; Tatiana Corsari, 23 anni, e Stefania Capussela, di 24, entrambe residenti a Udine.
E' rimasta gravemente ferita Carlotta Bettini, ricoverata nell'ospedale di Mackay. La 26enne abita a Reggio Emilia ma è originaria di Rovereto.

Nel sud del Perù, scontro frontale tra un camion e due autobus lungo una strada che collega le città di Arequipa, Cuzco e Puno. Tra i 21 morti ci sono le sorelle altoatesine Barbara ed Esther Baumgartner (di 20 e di 22 anni), ed Helmuth Fink (29 anni). 



Branco di cani-killer aggredisce turista tedesca

17/03/2009 -Una torma di cani randagi ha assalito una turista tedesca di 24 anni sul lungomare di Scicli, in provincia di Ragusa. Gravemente ferita per i morsi al volto, alle braccia e alle gambe, la malcapitata ragazza è stata trasportata d'urgenza con un elicottero all'ospedale di Catania.

E' stato un gruppo di abitanti della zona a mettere in fuga le bestie. "Altrimenti l'avrebbero sbranata" ha dichiarato un testimone. "Erano una dozzina, di taglia medio-piccola ma molto aggressivi".

 E si infittiscono le critiche all'amministrazione locale. Questi cani facevano parte dello stesso branco (circa cinquanta di numero) che domenica ha ucciso il piccolo Giuseppe Brafa di Modica, di soli dieci anni, dopo aver ferito un passante quarantenne e un altro bambino.

L'uomo che "custodiva" gli animali senza dar loro da mangiare è stato arrestato nella stessa giornata di domenica, ma ci si chiede come mai non tutti "i cani-killer di Scicli" siano stati ancora catturati o abbattuti.

La notizia ha già fatto il giro del mondo e sta gettando ennesime tetre ombre sulla Sicilia e sull'Italia intera, che già non godevano di buona fama.



Italiano in vacanza in Brasile ucciso con 4 revolverate
 

27/11/2010 - La polizia brasiliana sta indagando sull'omicidio del turista bergamasco Roberto Puppo, assassinato mercoledì ad Alagoas. Il crimine ha acquisito una dimensione internazionale anche grazie alle sollecitazioni del consolato italiano: da qui l'intervento dei reparti investigativi speciali.

Quella di Puppo sembra essere stata una vera e propria esecuzione: secondo un funzionario di polizia della Questura di Maceio, il punto in cui è stato trovato il corpo - lungo la BR 424, nella città di Satuba, a 22 km dalla capitale - conferma questa tesi. "Non credo" dice il poliziotto, "che l'indagine dovrebbe seguire l'ipotesi del furto. La posizione del cadavere e il luogo fuori mano dimostrano che è stato giustiziato".

Roberto Puppo è stato ucciso con quattro colpi di pistola. I proiettili hanno colpito il mento, il braccio e il torace. Il bergamasco, secondo le indagini, sarebbe dovuto partire per il rientro in Italia ieri, venerdì 26 novembre.

sabato, gennaio 03, 2009

Ci ha lasciati Donald Westlake ('Ditelo con i fiori')


E' morto all'età di 75 anni per infarto cardiaco lo scrittore statunitense Donald E. Westlake. Nella sua lunga carriera, Westlake ha pubblicato oltre novanta romanzi, la maggior parte di genere mystery.

Una quindicina di suoi libri sono diventati film. Ha vinto tre volte il premio Edgar. Scriveva usando anche gli pseudonimi Richard Stark, Tucker Coe, Samuel Holt e Edwin West, ma non per nascondersi, bensì perchè temeva che la gente non credesse che fosse in grado di produrre così tanto.
Con il suo vero nome ha firmato principalmente gialli umoristici; celebri quelli che vedono come protagonista Dortmunder, ladro geniale ma sfortunato, e la sua sgangherata gang (Gli Ineffabili Cinque).


>> Sito in italiano su Westlake <<

sabato, giugno 02, 2007

Città dell'Alfabeto

"Vidi una scrivania a vetro, due sedie girevoli, una libreria in legno. Gli scaffali della libreria si piegavano sotto il peso di volumi rilegati. Alla mia immaginazione apparve una Parigi moribonda assalita dalle termiti, i buchi nei libri della Sorbonne, boulevards con gli alberi infestati... In questa nicchia del Primo Mondo la letteratura aveva trovato salvezza.
Accarezzai con lo sguardo decine di titoli finché gli occhi non mi si appannarono. Amaramente pensai a quante e quali vie avevano percorso queste opere, prima di finire nelle mani errate. Mi volsi via con astio e livore.
Come il lettore avrà capito dal canone lessicale di questa cronaca, almeno ai libri non avrei dovuto rinunciare. Ho (ri)formato il linguaggio del mio spirito metabolizzando stile ed estetica di autori delle epoche più svariate. Non solo romanzi: articoli, saggi critici, opuscoli, pamphlets, racconti, manuali, trattati, monografie... Nei libri io finirò per bruciarmi e annegare..."




Hardcover, 122 pagg, formato 15x23 cm. Prezzo: €16.00
Download eBook (.pdf): €2.50

"... se questo romanzo di Peter Patti venisse reso cinematograficamente ad es. da una Troma Co., quella che ha prodotto l’Uomo Tossico per intenderci, sarebbe il più grande tecno-trash del mondo." (Stefano Donno)


Nel mondo odierno, superbia, invidia e avarizia sono le tre fiamme che tengono accesi i cuori. Ciò vale tanto più nel futuro prossimo venturo descritto in questo romanzo, in cui gran parte della popolazione vive per strada, l'acqua è un miraggio e fioriscono traffici come quello degli organi umani. Alvo, l'io-narrante, vive nella megalopoli mondiale per eccellenza. Alphabet City è una piovra di cemento che si estende per buona parte dell'East Coast di quelli che una volta furono gli Stati Uniti d'America: una bolgia di desperados, ratti, avvoltoi e cani rabbiosi sui quali grava l'ombra cupa della multinazionale che detiene il potere politico.
Il protagonista riesce a sopravvivere solo perché sostenuto da un'idea fissa: ritrovare un suo amore di gioventù. Vuole inoltre scoprire cosa accadde veramente a suo fratello, scalzare dal suo trono il misterioso Mister Info e riuscire a compiere la più estrema delle imprese: scappare dalla megalopoli e incominciare una nuova vita, una vita vera, nell'hinterland, al di là delle Paludi del Non-Tempo e del Mare della Putrefazione.



www.lulu.com Independent publishing / Skuro Connection

sabato, ottobre 15, 2005

Per Cat - Cap. V

Domenica. Finalmente una giornata libera. L'ho trascorsa stravaccato senza far nulla, a parte sorbirmi volontariamente le fesserie in tivù: quelle voci e quelle facce artificiali mi aiutano a non pensare troppo spesso a Cat. Verso il tardo pomeriggio ho deciso di uscire per arieggiare i miei polmoni, ma è stato un errore. Percorrendo le scialbe vie del mio quartiere e quelle ricche del centro, ho incominciato a riflettere sul lavoro, sul denaro e sui giochi di potere, sui rapporti interpersonali, sulla mia vita e su quella degli altri.
Dovunque io sia andato a lavorare, ho incontrato robot antropomorfi. Camminando per strada, mi imbatto in anime trasportate dal vento in balia del nulla. E il peggio è che non c'è scampo da nessuna parte. In questo Paese o in un altro è lo stesso: siamo una massa amorfa di imbecilli rimbambiti da programmi televisivi assurdi e spot pubblicitari.
Finalmente rientrato, mi sono preparato per mettere a segno uno dei colpi del "misterioso killer psicopatico", come mi definiscono i giornali.
Io ho una morale? Forse non più. Ma ho almeno uno scopo nella vita: vendicare la scomparsa del mio amore.
Cat...
Non sono stati dei teppistelli ad ucciderti, non è stato il gesto insensato di un automa dall'involucro umano. E' stata una società in coma irreversibile. Guardali: hanno occhi vividi, e molti vestono pure bene. Si muovono, parlano, vantano affari amorosi e coltivano passatempi vari. Queste persone sono al servizio della Grande Macchina e dei suoi pescecani; fanno parte dell'entourage di sgualdrine e sfruttatori. Sono i tuoi assassini.
Si diventa così per mancanza di sogni, ideali... forse illusioni. Loro sono quelli che già a scuola ti rovinavano la giornata. Soffrono e fanno soffrire. Eliminandoli, rendo un favore anche a loro.
Certo, sono un illuso: sono in troppi, è come combattere contro i mulini a vento. Ma io, se non altro, alla mia illusione so dare un corpo.
Il mio obiettivo stanotte è nuovamente uno di questi tormentatori tormentati. Si tratta di un politico locale. Sui trentacinque anni, l'aspetto di manager, gira in una decappottabile sportiva, è ancora scapolo, sniffa coca, imbarca spesso delle tredici-quattordicenni dell'Est Europa.
Lui ha ucciso Cat.
Tanto per cambiare, userò il coltello, non la scacciacani.
Mi apposto tra i cespugli fuori della sua villa e attendo il suo ritorno. Le due, le tre... Ecco infine i fari della sua auto. Sguscio fuori tra le ombre mentre lui parcheggia accanto al muro, presso l'ingresso. Avanzo come un felino. Molte sensazioni, molti odori; ma l'occhio non sfugge al controllo della mente. Questa mente che si difende dal dolore e dal disordine fingendosi a tratti mefistofelica.
Vedo che barcolla leggermente mentre si avvicina alla porta. Lo becco che ha ancora un piede sulla soglia e il mazzo di chiavi in mano. Volge di scatto la sua testa rasata. Ha le palle degli occhi infiammate, grosse, come sfaccettate. Un moscone.
La propria casa è un bel posto per essere assassinati. Lo spingo dentro. Lui impreca, grida; perciò lo metto a zittire maciullandogli la bocca con pochi ma ben assestati colpi di lama. Poi, pian piano, completo l'opera. Dura quasi fino all'alba.

Io ho una morale? Chiaro che sì.
Solco con passo lento le strade solitarie guardandomi ogni tanto alle spalle. La luna sta ancora là in alto. E' appannata, non offre un bello spettacolo. Un leggero soffio di vento crea agli incroci maelstrom di rifiuti assortiti. Una merda di cane o d'uomo decora la scalinata di un edificio pubblico. Defecatio matutina bona tamquam medicina.
Tra un po' dovrò andare al lavoro, ma l'idea non mi disturba più di tanto. Quest'oggi eseguirò le mie mansioni di schiavo senza protestare.

sabato, luglio 30, 2005

Per Cat - Cap. III

Eccomi qui: l'ultimo topo sulla nave che affonda. Già all'avvicinarsi delle prime nubi, tutti gli altri sono saltati sugli scogli e, agitando le code da ratti, hanno riso con gran baluginio di denti affilati.
Il vento che chiamano fön crea folate assassine nell'aria nera di questo pomeriggio di fine luglio; dietro una finestra del quartiere degli asociali, un bambino piange in aramaico mentre una madre bestemmia in una lingua che sembra un misto di turco e gotico.
Il dolore mi tira gli occhi all'ingiù. Sfioro i muri d'ardesia pieni di iscrizioni criptiche e ignoro le assurde accuse che mi lancia uno dei ratti invisibili (qualche adolescente che la notte prima dev'essere stato a un party andato a male): "Stronzo! Finocchio! Maledetto!" Non mi giro neppure a guardare, e con ciò devo aver finito per rovinargli completamente la giornata.
Il Vecchio abita all'ultimo piano di un'antica costruzione schiacciata dai proliferanti grattacieli dell'Èra Sociale. Un puzzo di cavoli si spande nell'aria: Via delle Vacche Carenti. Mi arrampico lungo la scalinata di muratura friabile e spingo la porta, che è solo socchiusa.
E' un rudere di forse cinquant'anni che ne dimostra almeno il doppio. Buttato su una lisa poltrona, sugge da una bottiglia un qualche vino da supermercato. Intanto, sul piccolo schermo Tom dà la caccia a Jerry, prendendole sempre. Il Vecchio torce il collo nodoso e apre su di me un occhio caccoloso. "Ah, sei qui" raglia raucamente. Deve aver riconosciuto, nei miei tratti ombrosi, il volere della Vendetta.
"Hai fatto del male a Kathleen, quand'era bambina" gli ricordo.
Lui torna ad abbassare la palpebra tempestata di molluschi e tace in segno affermativo.
Ha fatto del male a Kathleen, alla mia Cat. Il primo uomo a possederla, a penetrarla... quando lei era appena una scolaretta. Cat mi ha raccontato ogni cosa, fin nei minimi particolari. Non è stato facile ritrovare il suo padrigno; dopo che la madre di Cat ha chiesto e ottenuto il divorzio, lui è venuto a rintanarsi nel più oscuro dei buchi. E' valsa comunque la pena, in tutti questi anni, coltivare l'odio nei suoi confronti. Ora che Cat non c'è più, è giusto che il Vecchio paghi.
"Non c'è più" lo sento osservare sordamente, rivolto di nuovo verso lo schermo tivù. E, mentre il gatto Tom prende una megamartellata sulla testa dal topolino Jerry, prorompe in una sorta di piagnucolio disperato: "Che cazz...!"
Mi muovo piano nella misera abitazione. Tipico rifugio di un alcoolizzato che vive degli assegni di povertà. In bagno c'è un rasoio vecchio stile. Lo faccio scattare: sulla lama semiarrugginita si vedono i resti di peli di barba. Senza darmi la pena di ripulirlo, torno nell'altra stanza e mi avvicino alla poltrona.
"Le hai dato un dispiacere per la vita" gli dico. "Prima di incontrare me, aveva paura degli uomini, lo sai?"
L'occhio che nuovamente mi fissa ha venature rosse; nuvolette sulfuree si sollevano dal sorriso sgangherato che il rachitico zombie mi rivolge.
"Che cazz...!" ripete, mentre la lama fende l'aria.
Spalanco la finestra per arieggiare l'ambiente. C'è un che di consolatorio nell'idea che nemmeno il temporale appena scatenatosi potrà bastare a lavare tutto questo sangue.

giovedì, giugno 30, 2005

Per Cat - Cap. II

Sono arrivato alla notte per miracolo, completamente sturbato dai tanti lavori in corso e dalle tonnellate di decibel che riversate su di me. Mi avete "cotto" a puntino: ora sono pronto ad agire.
No, non è pipistrellino il mantello che indosso - piuttosto un trenchcoat à la Tenente Colombo. I vostri quartieri del centro sono esempi di tracotanza salvatisi dalle bombe dell'ultima guerra; vi avete installato delle telecamere, ma io sono l'ombra del mio corpo: non riuscirete mai ad identificarmi.
E' salda la porta del primo piano di questo stabilimento stile rococò. Non leggo neppure il nome sulla targhetta; busso direttamente.
Una colf di pelle bruna, non più giovane. La sposto di lato senza tanti complimenti e, mentre lei grida in segno di protesta, entro a grandi passi. Un corridoio che non finisce più, poi un grande salone.
Eccoli: padre, madre, tre figli di cui due in età adolescenziale; al tavolo per la cena, con la tivù accesa. Ignoro la colf alle mie spalle e tiro fuori la Luger.
Domani i giornali scriveranno: "Ha salvato soltanto la donna di servizio e la bambina di tre anni. Perché?"
Ricordatevi, ricordatevi tutti di Cat.

sabato, giugno 11, 2005

Per Cat - Cap. I

L'umanità non fa schifo; è solo stupida.
Cat giace sulla strada, il volto insanguinato, l'addome squarciato. Era bellissima; ora è solo un cadavere freddo.
"Kathleen Weise" osserva uno dei piedipiatti, tenendomi sotto il naso il documento d'identità con la foto di una ragazza di circa trent'anni. "La conosceva?"
Avrei voglia di strangolarlo, ma riesco solo a inghiottire le lacrime e ad annuire cupamente. Sa che era la mia compagna. Gliel'ho già detto un paio di volte.
Sospiro e rivolgo lo sguardo da tutte le parti, tranne su quel determinato punto sull'asfalto.
Cat, Cat, Cat... perché? perché? perché?
Mi portano in uno dei loro uffici di merda, dove mi rivolgono alcune domande. Io racconto la nostra storia, ma è troppo sdolcinata per i loro gusti. "Non le è stato rubato nulla, apparentemente. E' stato sicuramente qualche teppista, o meglio qualche folle. Sarà difficile scoprirlo. Di folli, come lei sa, ne circolano fin troppi..."
"Dovete acciuffarlo!"
"Sì, sì... Si calmi ora, va bene?"
Mi rilasciano senza neppure salutarmi.
Ritorno a vagare per le strade di questo mondo che è il mio e che voi inquinate. Guardo tutte queste facce che non assomigliano per niente alla mia, questi corpi ripugnanti, queste vostre macchine rumorose. No, non fate schifo; siete solo stupidi. Odio i vostri silenzi e le vostre risate, odio il vostro aspetto, le esalazioni che emanate, i vostri arnesi, mezzi, strumenti, le vostre goffe invenzioni. Siete il popolo delle tenebre che ha conquistato la luce, sottomettendola ai suoi indicibili capricci e spingendo me a dover vivere di nascosto.
Abbiamo perfino l'andatura diversa. La nostra è quella dei gatti, la vostra... beh... mi è troppo ripugnante descriverla. Camminate come vivete. Vivete come parlate. Chiamate "incidente" quel che è un accidente, affibbiate etichette, rigirate le parole nella nostra bocca, stravolgete i nostri ragionamenti... Ovvio che non avete colpe: la vostra stupidità è ereditata. Ma no, non riesco tuttavia a perdonarvi. Sono proprio gli stupidi a fare più male. Aspetterò finché non sarà calato il silenzio per potervi cancellare.