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domenica, aprile 04, 2021

Auguri, Francesco De Gregori!

 Uno dei cantautori che ci ha dato di più


   "Viva l'Italia"


Francesco De Gregori è nato a Roma il 4 aprile 1951. Dunque oggi celebra il compleanno (è il 70°). Noi ci uniamo agli auguri e alle celebrazioni riproponendo alcuni suoi brani.

   "Niente da capire" ("Le stelle sono tante...")

   "Alice non lo sa"

   "Pablo"

De Gregori inizia a suonare al Folkstudio di Roma dove conosce, tra gli altri, Antonello Venditti, con il quale pubblica il primo album nel 1971 (Theorius Campus). Il debutto da solista è nel 1973 con Alice non lo sa ma il vero successo arriva due anni dopo con Rimmel, che diventa uno dei dischi più venduti del decennio. Nella sua carriera ha pubblicato 21 album in studio più 16 live, testimonianza delle sue esibizioni dal vivo e delle tournée condivise con amici e colleghi, da Lucio Dalla (celebre il 'Banana Republic Tour') a Pino Daniele.

   "Quattro cani"

   "Rimmel"

   "Pezzi di vetro"

   "La casa di Hilde"

L'ombra di mio padre due volte la mia
Lui camminava ed io correvo
Sopra il sentiero di aghi di pino
La montagna era verde
Oltre quel monte il confine
Oltre il confine chissà
Oltre quel monte la casa di Hilde
Hmm, hmm, hmm, hmm, hmm
Hmm, hmm, hmm, hmm, hmm

Io mi ricordo che avevo paura
Quando bussammo alla porta
Ma lei sorrise e ci disse di entrare...


 

   "Piccola mela"
 

                                                                                                                                                                      


                                                                                                                                                                                 

   "Generale"



sabato, settembre 15, 2012

Bologna di nuovo in lutto. Stavolta è toccato a Roberto Roversi

ll signore della guerra

Il signore della guerra è
padrone del mondo. Il signore
della guerra è padrone del mondo? È
padrone del mondo?
Appoggio l'orecchio sulla terra
mi brucia il suo respiro misterioso
alzo gli occhi e un cielo turbato
grida sulle mie spalle come
una spada che cala.
Fra sabbie mari di onde
fra sole luna tempesta nebbia
               di neve
I'avventura dell'uomo non ha tregua
inquieta luce
ape inesorabile impazzita.
Rintanato nella caverna
ma salvato dalla speranza
ritornerà sui grandi fiumi con vele
gonfiate dalla voce di un bimbo
              bambina che ride.


(Da: Se tutti i mari del mondo fossero inchiostro.
Edizioni Cooperativa Culturale Centoggi, 1996)


Oggi, 15 settembre 2012, scrive Lorenzo Jovanotti su Twitter:
se n'è andato il grande Roberto Roversi un innumerevole poeta . Scrisse anche "chiedi chi erano i beatles".


Già. Se ne stanno andando tutti i migliori. Anche se Roversi, grande uomo di lettere, era alquanto vetusto e certamente stanco di trascinarsi in questo presente che sempre meno sa guardare al futuro, un futuro di cui lui auspicava una "visione larga". Si è spento nella sua Bologna, dove era venuto al mondo il 28 gennaio 1923.

"Quello che serve è una visione larga del futuro, che riconosca passato, che ce lo faccia leggere, e che lo voglia cambiare."



Oltre a essere scrittore e poeta, fu libraio: dall'immediato dopoguerra, e fino al 2006, aveva gestito a Bologna la Libreria Palmaverde, in via de’ Poeti, autentico fulcro della poesia giovanile della città, un eremo frequentato da Gadda, Bertolucci, Volponi, Calvino, Ungaretti.
La libreria era specializzata in antiquariato: conteneva non solo volumi antichi (20.302 libri solo dell'Ottocento e del Novecento!), ma anche manifesti del periodo risorgimentale, 282 testate di riviste sia storico-culturali che di attualità degli anni 1960-1980, carte geografiche del XVIII e XIX secolo, migliaia di opuscoli della Poesia Visiva italiana del Novecento e diversi ritratti incisi e litografati.

"Nessuno è mai solo con un libro in mano": è il motto che questo straordinario intellettuale forgiò per definire lo spirito della maratona di lettura "Ad alta voce", di cui fu il principale ispiratore.
Firmò inoltre molti testi di canzoni (per Lucio Dalla ma non solo) e diresse il giornale di estrema sinistra Lotta Continua.

 "Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, la gente arriva in mucchio e si stende sui prati." (Leggi: "Roberto Roversi, Nuvolari e la poesia")

Nel 1943 - a vent'anni - Roversi si arruolò tra i partigiani combattendo la Resistenza sulle colline piemontesi.  Grande amico di Tonino Guerra (anche lui scomparso quest'anno; così come sono purtroppo scomparsi quest'anno Lucio Dalla e lo scrittore e autore teatrale Stefano Tassinari), nel 1955 aveva fondato con Pier Paolo Pasolini e con Francesco Leonetti la rivista Officina. Nel 1961 diede alla luce una nuova rivista, Rendiconti. Di entrambe fu anche editore. Attorno alla metà degli Anni Sessanta compì una scelta destinata a segnare profondamente la sua attività letteraria: smise di pubblicare con i grandi editori, limitandosi esclusivamente a fogli fotocopiati distribuiti autonomamente e a collaborazioni con piccole riviste autogestite.
Agli Anni Settanta risale l'incontro artistico con il concittadino Lucio Dalla: Roversi collaborò come paroliere agli album Il giorno aveva cinque teste (1973), Anidride solforosa (1975) e Automobili (1976), molto apprezzati dalla critica, firmando i testi di canzoni come "Coyote", "Un'auto targata TO", "Tu parlavi una lingua meravigliosa", "Ulisse coperto di sale", "Anidride solforosa", "Nuvolari", "Due ragazzi" e "Il motore del 2000". Successivamente collaborò anche con gli Stadio (suo, ad esempio, il testo di "Chiedi chi erano i Beatles", ma anche le parole delle canzoni "Maledettamericatiamo" e "Doma il mare, il mare doma" dedicata a Maradona).
Nel 2006 la Libreria Palmaverde ha chiuso i battenti. Dopo oltre 50 anni di attività, Roberto Roversi e l'inseparabile moglie Elena hanno deciso di ritirarsi a vita privata. Tutti i libri sono stati acquistati da Coop Adriatica. Parte di essi sono stati venduti. Quelli invece di maggiore interesse sono stati donati a biblioteche.
Appena un anno dopo (nel 2007, dunque), i Roversi hanno subìto la tragica scomparsa, causata da un tumore, del figlio, Antonio, Sociologo e Professore Ordinario all'Università di Bologna.
Nel 2010 il poeta ha dato alle stampe - in cinquanta esemplari fuori commercio - la versione integrale del poema "L'Italia sepolta sotto la neve".
Recentemente, le edizioni Pendragon hanno ristampato tre dei suoi testi teatrali (Unterdenlinden, Il Crack e La macchina da guerra più formidabile) sotto la cura del professor Arnaldo Picchi, e hanno pubblicato il fino ad allora l'inedito La macchia d'inchiostro.
La famiglia di Roberto Roversi ha fatto sapere che per volontà del defunto non si terrà alcuna cerimonia funebre, neppure in forma privata, e non verrà allestita una camera ardente. 




Italia Italia Italia.
 Dice: il Che mi è caro e non è morto mai.
 Dice: in tanti lo fischiano io continuo a cantarlo.
 È il mio eroe di Alamo
 e la vita è battaglia all’ultimo sangue
 alle volte capita di dover fare
 di potere rischiare e di dover cadere.
 Hanno memorie rapide e leggere
 i mandarini di casa nostra.
[...]
Le miserie d’Italia maledizione d’Italia numero otto
 una volta gli aranci oggi una nuvola nera
 dove il mare ora l’onda si ferma nel rosso del fuoco tramonto
 dove la speranza intera e uomini pescatori di spade
 oggi pervade la landa un’idea di miseria dolore
 ho visto molte ombre nel corso di questa giornata
 ho potuto contare le orme
 ricordo in Italia minuetti sui piedi danzanti
 ariette napoletane in un cielo di Giove
 oggi crateri a Palermo vulcani a Milano
 con voli improvvisi di morte
 inesorabile fato questa antichissima Esperia
 nel fango non ha destino il futuro.
 Ammanettati con piccole catene d’oro
 simulacri di uomini tomba ridono liberi a Roma.
 Sono difesi da pietre porte di una città devastata.
 Solo il fucile d’oro è arbitro di queste contese
 se canta da usignolo
 sarà un nuovo mattino.

Da: Roberto Roversi,  Trenta miserie d’Italia
[Quarta parte de “L’ Italia sepolta sotto la neve”],
Sigismundus, Ascoli Piceno, 2011





Lettere d'amore a Diotima (sull'11 settembre 2001)

"20 settembre
Venti settembre partono/ i bombardieri di Bush per la giustizia infinita/
Dan Rather piange/ piange Dan Rather nello show in tivù/
Militari americani danno/ via libera alla partenza dei caccia/
per l'operazione giustizia/ giustizia finita infinita - Dan Rather/
piange/ È cominciata la giustizia infinita.

19 settembre
I Taliban: no a Bush/ Bush:prepariamoci a soffrire/ questa guerra non sarà breve/
Voglio Bin Laden vivo o morto

17 settembre
Cia: torna la licenza di uccidere/ Cheney: la guerra potrebbe durare anni/
L'incubo della guerra pesa sui mercati

16 settembre
Soldati d'America pronti a colpire

15 settembre
Bush prepara l'attacco/ Poteri di guerra al Presidente/ sapremo essere implacabili/
Blair: con quei nemici rischio atomico

14 settembre
Guideremo il mondo alla vittoria/ sugli aerei diciotto dirottatori

13 settembre
LA Nato dice siamo in guerra

12settembre
Attacco all'America/ L'Europa brucia 810mila miliardi
Adieu mon amour".


Roberto Roversi sull'infanzia:
"L'infanzia è come un'alba fresca e lucente, bagnata di guazza e toccata via via dal brivido del sole. Quanto straordinaria fantasia essa ci potrebbe offrire, e ci offre, per ripulire il nostro mondo; e noi, ripeto, la soffiamo via, con una frettolosa carezza, distratti e preoccupati".

E con ciò, torniamo a petardo al twitter di Jovanotti:
se n'è andato il grande Roberto Roversi un innumerevole poeta .
 

Del cantante, lo stesso Roversi aveva detto, in un'intervista all'agenzia stampa La Stefani:

"C'è un grande filosofo contemporaneo che ho già citato facendo ridere mezzo mondo. Ma l'ho citato con serietà in testi abbastanza seriosi: è Jovanotti che canta 'Penso positivo perché son vivo, perché son vivo': sembra Kant, Hegel, Leibniz, non oso dire Platone o Aristotele. Questa è la massima che i giovani dovrebbero portare con loro. Non con superficiale ottimismo, ma con generosa, drammatica volontà di superare le difficoltà".




venerdì, agosto 15, 2008

DNA: italiani unici!

... caso mai avessimo avuto dubbi...

La ricerca condotta dalla rivista Current Biology giunge alla conclusione che quella degli italiani è una stirpe praticamente a sé stante. Nella mappa genetica europea, solo noi e i finlandesi formiamo due "isole" separate.
Nel nostro caso, l'unicità genetica sarebbe stata preservata dalle Alpi, che, agendo da barriera genetica oltre che geografica, hanno reso più difficile al nostro DNA combinarsi con quello di altre popolazioni europee.



Leggo già la perplessità sul volto di molti connazionali, che si ritengono affatto appartenenti alla "tribù" italica e sentono di assomigliare di più a un francese o a un greco o a uno scandinavo piuttosto che al vicino di casa...

domenica, maggio 04, 2008

IL CONSUMO DI ALCOOL NEL NORD-EST E' MOLTO CONSISTENTE, COSI' COME IL VOTO ALLA LEGA

La birra, i bavaresi e la Padania


 


"Chissà se c'è una correlazione tra il maggiore consumo di alcolici nel nord-est e il consistente voto alla Lega?" si chiede Paolo Borrello nel suo blog.


 Il dubbio è lecito. In Baviera ad esempio esponenti e simpatizzanti della CSU (Unione Cristiano-Sociale, formazione politica "sorella" della CDU ma con forte connotazioni regionalistiche) si fanno gran vanto del loro consumo di birra, bevanda che i meno colti tra di loro ritengono essere di pura origine germanica - anzi: bavarese. La Germania può considerarsi un po' lo specchio dell'Italia - un'Italia rovesciata con la testa in basso e i piedi in alto: vi troviamo il "ricco" meridione (Baviera e Baden-Wurttenberg) e il vasto, odiato settentrione apparentemente povero e straccione (coloro che abitano appena a nord della Franconia vengono sdegnosamente definiti "die Preussen" = "i terroni"!).


 Quando si nomina la Baviera - Bayern -, qualsiasi altro tedesco pensa automaticamente alla birra e al dialetto alquanto comico, ai buffi costumi tradizionali ("Trachtl" per gli uomini, "Dirndl" per le donne) abbinati all'hi-tech. Non mi sembrano davvero da sottovalutare i parallellismi con la "Padania", tanto più che i fieri Lombardo-Veneti intraprendono già stretti rapporti commerciali con i bavaresi... Ma il Land Bayern gode già del privilegio del federalismo, con una propria costituzione e un proprio parlamento (così come tutti gli altri Laender tedeschi, del resto). Le bevute - soprattutto nei locali tradizionali - diventano (politicamente, ideologicamente in senso latere) simboliche, come scrive Paolo Borrello: "un mezzo attraverso il quale dar vita all'omologazione al gruppo." Il sentirsi bavaresi non è nemmeno una questione di razza tout court, visto che in questa regione regna, fin dall'antichità, un miscuglio di geni tra i più disparati (gli autentici "Baiuvari" sembra che fossero originari dell'Ungheria). E' l'elemento folkloristico - e dialettale! - a fare da collante.


 Sarebbe forse ora che si istituisse il federalismo anche in Italia, e così forse Bossi, Calderoli & Co. possono vedere realizzato il loro sogno di un'identità "nazionale" - per quanto posticcia - e ubriacarsi in massa, fiscalmente oberati dal governo locale anziché da quello di Roma, felicemente delirando, davanti a un boccale di birra o a un bicchiere di Chiarello, delle bellezze del loro Land Della Cadrega (o Della Scaranna). E chissà, forse il federalismo potrebbe risultare un'opzione avvantaggiante anche per il nostro Mezzogiorno...

domenica, marzo 04, 2007

L'orecchione assoluto. Sanremo 2007

Paventavamo peggio. Alla fine di queste cinque serate possiamo affermare - in fondo e perché no - di esserci divertiti.


I soliti cotillons, le immancabili critiche (cosiddetta Giuria di Qualità composta da incompetenti, ecc.), ma l'appuntamento annuale con il Festival è diventato un evento imperdibile anche per noi. Tanto più che, più si va avanti nelle serate, e più il meccanismo risulta ben oleato; o almeno questa è l'impressione che ne ricaviamo. Ci si assuefa persino alla pubblicità... Molte canzoni ci entrano nel sangue dopo il secondo o terzo ascolto e prendiamo maggiore confidenza con i singoli personaggi.


La serata finale ha avuto tanto da offrire, grazie ai comici oggi in forma eccellente (Insinna e Chiambretti) e a una Hunziker il cui stile diventa sempre più simile a quello di Antonella Clerici.


Joss Stone, cantante soul-rock inglese

Al flirt tra la stupenda 19enne Josse Stone, imitatrice di classe di Aretha Franklin presentatasi scalza sul palco, e il Pippone nazionale, il quale, a fronte di tanta bellezza, ha ghignato: "Beh, quasi quasi, scherzando scherzando... [qui ci esce qualcosa]", ha fatto seguito un breve intermezzo in cui la co-presentatrice svizzera ha inanellato una serie di almeno tre gaffes: ha lodato Pippo di possedere l'orecchione assoluto (!), gli ha chiesto di farle "la Cavalcata turca" (anziché la Marcia turca di mozartiana memoria) e ha concluso con un: "L'unico che aveva l'orecchio[ne] assoluto era Bach... ed era pure sordo!" (sordo era semmai Beethoven).
Poi, a chusura dell'esibizione della mitica Momo - una scoperta di Chiambretti nel suo Dopofestival -, mentre andava incontro ai Facchinetti pater & filius, "Heidi", o "la regina dell'Emmenthal" come l'ha definita Chiambretti, è splendidamente scivolata.
"E' caduta la banca svizzera!" ha baudato Pippo mentre la Hunziker si rialzava con qualche doloretto.




I nostri artisti preferiti:

1) Amelia Grè 10+
2) Paolo Meneguzzi 7+
3) [a pari merito] Al Bano, Nada, Paolo Rossi, Cristicchi 7




And the winner is...

giovedì, gennaio 11, 2007

Quando l’ 'Uomo Nero' in realtà è bianco

Subito dopo l’omicidio di Erba fu indicato il marito extracomunitario come colpevole, ora si scopre che a compiere il terribile delitto è stata una coppia di italiani, entrambi di Erba... Strano che non si leggano più sentenze come le leggevamo all’inizio, tra l'altro sul forum del quotidiano Corriere di Como, dove veniva indicato - anche da parte dei giornalisti - il fantomatico "Uomo Nero".

I due arrestati sono lavoratori, non extracomunitari e, meditate gente meditate, pure "cristiani"...


uomo nero che cammina

martedì, maggio 02, 2006

Nuova attrezzatura tecnologica

Dopo i guasti che hanno bloccato il nostro server, Zerovirgolaniente ha deciso di dar fondo a tutti i suoi risparmi acquisendo nuove, più potenti piattaforme elettroniche (vedi foto)



E questo è il nostro canto di contentezza:

Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du

There's a fragrance of love in the air
It's penetrating for deep in my heart
And the star was reborn in the sky
And it died the day she went away

Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du

I feel the sound of a thousand colours
Which paint this scene this act of love
I hear the music that comes from the water
That rises from bowels of the earth
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du.


Now before me a cemetery do I see
Where all the arms of war are buried deep
And from the heaven descends a grand feast
Where all the nations of the world are united

Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du
Yuppi du yuppi du yuppi du
Yuppi du-i-du yuppi du...

(Adriano Celentano, 1974)