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mercoledì, dicembre 16, 2020

'Pick & Rock' - il basket e la musica

Giuseppe Catani

PICK & ROCK

Quando la musica va a canestro

arcana, 2020

 



(Articolo già pubblicato su Progetto Babele Rivista Letteraria)

 

Ma vai un po’ a discutere con uno alto 2 m...”

 

Il basket e la musica. Binomio magico, che, davvero, non avremmo mai preso in considerazione senza la lettura di Pick & Rock.

La pallacanestro è uno sport non da tutti né per tutti, e chi lavora a questa recensione ha visto risvegliarsi certe pulsioni "sportive" solo durante la lettura del libro di Giuseppe Catani. Come potevo dimenticare di essere stato, da piccolo, grande fan della Simmenthal di Milano (oggi: Olimpia Milano) e di aver giocato anch'io a basket, dapprima alle medie, dove passavo per un giocatore promettente (ma non se ne fece nulla, come spesso accadeva e accade nelle scuole italiane) e, durante e in seguito, nel cortile della casa di un amico, insieme ad altri ragazzini ma anche a qualche adulto, dove c'erano due bei canestri piazzati in alto su due grezzi muri dirimpetto con, sotto le suole, un bello strato di cemento armato?

 


Quando si ha a che fare con un libro a tema (che so io... La battaglia di Solferino, La vita segreta dei ragni, quello sugli alberi di Natale o un tomo sulla filosofia di Heidegger...) uno crede già di sapere a cosa va incontro e solitamente sceglie in anticipo se avventurarsi nella lettura o meno. Spesso si tratta di materiale arido, di argomenti attinenti a una materia speciale e per specializzandi, di blablabla tecnico. Ma poi si scopre che alcuni sono scritti in maniera passionevole, calorosa addirittura, e che contengono notizie curiose e interessanti, fino a riuscire a infiammare l'interesse del più malcapitato dei lettori. Nel caso di Pick & Rock c'è anche la musica, non solo la pallacanestro, e chi scrive qui si ritiene più un musicologo che un letterato: quindi non sono mancati (né mancheranno per voi, ve lo assicuro) i momenti "oh!" e "aaah!" durante la lettura.

 

Breve carrellata di visioni e sensazioni: il rumore delle scarpe da basket che "strisciano" sul parquet... le tante scene di film americani con neri (o anche bianchi) che sudano in un campetto tutto recintato... e i rapper, naturalmente.

 

I vari capitoli di Pick & Rock sono pezzi giornalistici usciti negli ultimi anni per dailybasket.it, sito che - come suggerisce il nome - è dedicato al gioco della palla a spicchi.

 

 Kobe Bryant

"La musica va a canestro", sì, e ci sarebbe tanto da dire sull'argomento. Ignoravamo anzitutto questo legame particolare tra la pallacanestro e il mondo delle sette note nei suoi diversi generi, sia indie sia rapper, sia in ambito di musica leggera sia di cantautorato. Si comincia nel libro con una carrellata di riferimenti italiani e si procede con i nomi grandi (e meno grandi) della musica angloamericana, con storie gustose di giocatori professionisti che si sono cimentati nel canto, con la rivelazione che Dan Peterson (che per quasi un decennio allenò la squadra di Milano) suonava la chitarra ed era un grande intenditore della country music, con gruppi semisconosciuti od obliati che fecero dediche apparentemente improbabili a personaggi della pallacanestro... Un esempio di questi ultimi sono i Grog di Reggio Calabria, che hanno scritto un brano per Kareem Abdul-Jabbar, gigante della NBA dalla biografia particolare e fervido amante del jazz.

Ovviamente, a ogni capitolo il lettore va a guardare, curioso, su Youtube o Spotify, per ascoltare il brano di cui si parla, e si imbatte in artisti che gli sono familiari e in altri tutti da scoprire. Spesso l'autore lega una situazione o un evento "cestistico" a una data canzone o gruppo. E... lo sapevate che anche Baglioni scrisse e cantò una sorta di ode a questo sport? La canzone si chiama "Il pivot". Sono andato a controllare (sì, esiste!) e me la sono pure goduta su internet.

E un altro Claudio, Claudio Lolli, bolognese purosangue, "si è sporcato le mani con il basket, usandolo come metafora di una vita che fugge, che ha bisogno di uno schema nuovo, che riesca a fermare il movimento prima della deriva". Il brano in questione, in cui Lolli accenna allo sport della palla a spicchi, è "La fotografia sportiva".

 

 


Pick & Rock è un libro di piacevole lettura e che strapperà qualche "oh!" e "aaah!" persino a chi ha poca o nulla confidenza con l'una o l'altra materia.

È, in primo luogo, un viaggio attraverso l'Italia tutta, quell'Italia che vive un po' lontano dai clamori, che ama il parquet dei palazzetti grandi e piccoli e non il prato o la terra battuta dei campi e campacci di calcio, e che apprezza la buona musica. Ci spostiamo così da Bologna a Caserta, da Cremona in Ciociaria, sporgiamo la testa a dare una sbirciatina nelle periferie che ci appartengono o ci appartennero (da Nord a Sud) per, infine, volare negli USA, alla corte di "Re" Michael Jordan... e dell'ormai compianto Kobe Bryant. Un viaggio entro coordinate che sembrano da sogno, ma esse fanno parte della realtà e di tutto ciò che eravamo da ragazzi, dove il playground, anche quello all'italiana, il cortile o campetto dunque, era, ed è, un luogo dell'anima.

E ora, se volete scusare... Mi sono procurato una palla da basket e scendo a fare qualche palleggio giù in strada. Con le cuffie in testa.

 

***

 

A proposito: non sarebbe male una bella compilation in formato digitale di tutti i brani nominati nel libro! L'autore ci ha già pensato?

 

 


  

Intanto, il pivot segna a tutto spiano (“Tre in fila ne azzeccò”) anche se a un certo punto ha bisogno di riposo e quel “Poi ci fermammo un poco nel cortile / odor di cena e di tv” indica forse un time-out oppure, più semplicemente, che qualcuno si è rotto di starsela lì a menare e non vede l’ora di mettere qualcosa sotto i denti. Non prima di aver salutato con un’azione da manuale: “Con una finta si smarcò / io svelto gli passai [licenza poetica] / e lui schiacciò di forza”. È l’apoteosi. I due archiviano la gara e immaginano, con un’indubbia punta di frustrazione, che il pubblico sia lì ad applaudirli: “Sotto il cerchio / parve quasi di sentir le gradinate / che tremavano e gridavano per lui / e anch’io battei le mani per quell’ultimo canestro”.

Il pivot se ne va, porta via il pallone, che è suo (“Il pallone sotto il braccio / e se ne andò”) e, chissà, la partita potrebbe essere giunta a conclusione non per sopraggiunta stanchezza ma per colpa di quel lungaccione antipatico, scappato via con la palla: figurarsi se poteva lasciarla a qualcuno. Ma vai un po’ a discutere con uno alto 2 m...

 

(Dal capitolo in cui si parla di "Il pivot", di Claudio Baglioni.)

 

 

 

 

Il libro Pick & Rock su Amazon (clicca!

 

 

 

peter patti

domenica, agosto 25, 2013

Minchia, il Trapani ha vinto a Padova!

Padova-Trapani 0-2 

Reti: 19′ st Mancosu (T); 48′ st Mancosu (T)


Successo storico per il Trapani, alla prima vittoria assoluta in Serie B
Copertina tutta per Matteo Mancosu (classe '84), autore nella ripresa di una splendida doppietta: gran sombrero sullo sfortunato Cionek in occasione del primo gol, impeccabile finalizzazione a bruciare Colombi in uscita per il raddoppio. 



Padova troppo brutto per essere vero, ma il Mister della neopromossa compagine sicula, Boscaglia, aveva ben avvertito: "Giocheremo per vincere!" E infatti: Stadio Euganeo espugnato, apoteosi Trapani.

Gli uomini di Dario Marcolin cercheranno riscatto contro il Carpi (altra matricola), mentre i siciliani affronteranno in casa il Pescara.

**********

La "favola" di questo Trapani inizia nel 2005, quando al timone della società si insedia l'armatore Vittorio Morace, presidente dell'Ustica Lines (trasporti veloci su mare). "Il Comandante" infila la rotta giusta e nel giugno 2010  il Trapani Calcio diventa società di capitali, con la trasformazione in SRL. Morace punta tutto su un tecnico giovane e preparato come Boscaglia e ottiene un successo dopo l’altro, con investimenti e progettualità.
Nel campionato 2007-2008 il Trapani militava in Eccellenza. In quattro anni, una scalata inarrestabile: nel 2009-2010 concludeva al secondo posto in Serie D, salvo essere ripescata in Seconda Divisione. Due anni fa ancora un secondo posto, ma vittoria meritata ai playoff e storica promozione in Prima Divisione (ex Serie C; l'ultima presenza risaliva al 1997-98). Lo scorso anno, una beffa dopo aver dilapidato 11 punti di vantaggio ed essere sconfitti ai playoff dal Lanciano. Poi la magica promozione in Serie B e adesso questa partenza che nemmeno il tifoso più incallito poteva immaginare solo tre anni fa.
La prossima settimana, l'esordio in casa: al Provinciale, rinnovato a tempo di record grazie ai fondi della società. L'avversario, come detto: il Pescara, dove in attacco troviamo l'ex stella del Catania, Giuseppe Mascara. 



A proposito di siciliani: il Palermo di Gattuso ha pareggiato a Modena (1-1). Molti cronisti ritengono questo un risultato negativo per i Rosanero, considerati i grandi favoriti della serie cadetta, ma chi conosce la forza del club modenese (guidato da Walter Novellino) sa che, in fondo, per il Palermo si è trattato di un punto d'oro.

domenica, febbraio 03, 2013

Sei Nazioni - L’Italrugby ripete l’impresa: Francia nuovamente abbattuta!

Grandissima prestazione della squadra di Brunel che come nel 2011 supera i Bleus per 23-18 nel match valido per la prima giornata del Sei Nazioni 2013. Le mete di Parisse e Castrogiovanni e i calci e le giocate di classe di Orquera (Man of the match) decidono una sfida in bilico sino all’ultimo minuto

La Gazzetta intitola: "L'Italia più bella di sempre"!

lunedì, giugno 25, 2012

Ricominciamo da qui

Italia-Inghilterra 4-3 dopo i rigori (con cucchiaio sopraffino di Pirlo)

Azzurri superlativi: lezione di calcio agli inglesi

Stampa britannica con una sola voce: "Giustizia è fatta. Hanno vinto i migliori".
Anche i commenti dei lettori inglesi sono più che espliciti:

"Il cosiddetto 'Pelè Bianco'[Rooney] ha ancora una volta tradito le aspettative in un match importante e 'Il Più Bravo Portiere del Mondo', invece di concentrarsi, ha fatto il buffone nell'occasione dei rigori: tutte smorfie e niente arrosto. Da non credere!"

"Ma dove volevamo andare con questa squadra di primedonne? Volevamo forse vincere l'Europeo? Ebbene, sarebbe stata un'impresa immeritata, come quelle della Grecia nel 2004, della Danimarca nel 1992 e del Chelsea nella Champions League di quest'anno."

"A parte Johnson e Terry, abbiamo fatto schifo. Welbeck e Milner due incapaci, Rooney fuori forma... e a una monnezza vivente come Ashley Young [trattasi di uno dei due 'Ashley' che hanno sbagliato il rigore] bisognerebbe dire di tenersi lontano dalla Nazionale."

"Fino a quando l'Inghilterra non avrà un giocatore come Andrea Pirlo, possiamo starcene a casa."

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L'Italia ha stradominato: 63% a 37% di possesso palla, 36 tiri a 9. Sarebbe stata una beffa uscire ai rigori. Perciò: dobbiamo trovare il modo di fare goal entro i primi 90 minuti!

Il penalty geniale di Pirlo (sottolineato anche da Daniele De Rossi: "Era dai tempi di Totti che non si vedeva un tiro così folle") ha avuto una valenza psicologica non indifferente per il proseguo della lotteria dei tiri dal dischetto, e lo stesso Pirlo lo illustra così:
"Ho visto Hart che faceva dei movimenti strani, mi sembrava abbastanza carico. E ho deciso di tirarlo in quel modo il rigore, con un cucchiaio. È andata bene. Di sicuro i loro tiratori dopo il mio rigore hanno avuto un po' di pressione addosso, infatti Young ha subito sbagliato..."

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Prandelli ha seguito quasi tutta la partita in piedi, dando indicazioni ai suoi; Hogson invece costantemente inchiodato nel suo angolino, isolato, a strofinarsi la testa o a prendersi la faccia tra le mani. Il linguaggio del corpo la dice lunga su chi ha fede nella vittoria e chi no.

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... e giovedì la Germania! Semifinale dura contro quella che fino a ieri è stata certamente la migliore Nazionale del torneo. Dalla nostra parte abbiamo la storia, ma la tradizione favorevole non ci sarà di nessun aiuto se, oltre al cuore, non troviamo anche il modo di segnare.

Non per voler ricalcare il pathos del team greco (che, del resto, non ha portato loro troppa fortuna); ma forse è possibile, basandoci su questa bella impresa degli Azzurri - ricordiamoci il luogo e la data: Kiev, Ucraina; 24 giugno 2012 -, iniziare una ripresa in ogni campo della vita sociale. Come? Con un sano spirito agonistico, e ovviamente liberandoci di tutti i politici corrotti. In tal modo, possiamo forse ridare all'Italia quella dignità che da molto, troppo tempo le è stata illecitamente sottratta.

Un solo appunto in margine: ma è proprio necessario che la RAI mandi due, tre "esperti" ad ogni partita? Tutte le altre emittenti del mondo solitamente se la cavano con un unico, bravo commentatore. Vogliamo meno chiasso e più sostanza!

venerdì, giugno 22, 2012

Germania-Grecia secondo i Monty Python. Indovinate chi vinse!

Già negli Anni Settanta, i Monty Python (celeberrimo gruppo di comici inglesi) mandarono in campo Grecia e Germania...
Godetevi questo esilarante match calcistico.



domenica, maggio 06, 2012

Inter-Milan, la storia del derby milanese


L'Inter può decidere il campionato 2011/12: "far vincere" il Milan o la forse ancor più odiata Juventus. Teoricamente, potremmo dunque fare un regalo all'una o all'altra. Ma il fatto è che...
Noi non giochiamo per favorire le nostre rivali, bensì giochiamo solo per il nostro onore, allo scopo di chiudere al meglio questo campionato vincendo il derby e andando in Europa!

venerdì, maggio 22, 2009

Sport News

Tutte le principali notizie di sport continuamente aggiornate











Un grazie di cuore a Ciclopedia dello Sport

sabato, agosto 23, 2008

Josefa Idem e gli amori nello sport

Grazie, Josefa!

 A 44 anni la canoista di origine tedesca regala all'Italia un'ennesima medaglia, e che medaglia! Solo 4 millesimi l'hanno separata dall'oro.

Josefa Idem è nel nostro Paese dal 1989. Vi si è trasferita per amore di Guglielmo Guerrini (divenuto suo allenatore; con lei in una foto dell'epoca).



  



Amori nello sport



Un'altra interessante coppia "olimpica" è quella formata da Alex Schwazer (oro nella marcia a Pechino) e la celebre pattinatrice Carolina Kostner. I due altoatesini hanno circondato la loro relazione di una discrezione che fa loro onore.



Non sempre infatti nello sport l'amore è tenuto nascosto: viene sbattuto in prima pagina per iniziativa degli stessi protagonisti o per la famelicità dei media. Ricordiamoci quale enorme evento mediatico rappresentò il matrimonio tra Francesco Totti e Ilary Blasi.





Tornando in ambito olimpico, altra love story più o meno silenziosa è quella tra Tania Cagnotto e Francesco dell'Uomo, entrambi tuffatori di rango internazionale.

   Tra le altre cose, i due sono testimonial dell'ADMO, l'Associazione Donatori Midollo Osseo. Un amore vero, di stile, e pieno di significati anche sociali.

 

Tutto il contrario del vizioso triangolo Laure Manaudou - Luca Marin - Federica Pellegrini, con la francesina che dispensa baci al dorsista Stasiulis, poi agli Europei in Ungheria lancia l'anello di fidanzamento contro Luca e quindi si fa ritrarre in immagini hard che fanno impazzire Internet. Tutto finisce con il sicilianissimo Luca che va a consolarsi tra le braccia di Federica, altra coriacea nuotatrice ma stavolta veneziana, e rivelazioni su particolari intimi di entrambe le relazioni (di pessimo gusto l'intervista rilasciata alle "Iene" dai due italiani freschi di fidanzamento).

In fondo in fondo, Luca Marin nel cambio di nuotatrici ci ha guadagnato: a vincere l'oro a Pechino infatti è stata la Pellegrini... 



Sa quasi di favola la love story tra John Baldwin, campione statunitense di pattinaggio artistico, e Rena Inoue, sua storica compagna sulle piste. Appena conclusa la prova di danza all'Xcel Energy Center di St.Paul, in Minnesota, Baldwin si inginocchia e davanti all'attonito pubblico chiede la mano a Rena, con la quale gareggia in coppia da sette anni e ha vinto per due volte il titolo di campioni U.S.A. Lei piange (dimostrando così di non essere preparata all'evento) e dice sì.  



 Il ghiaccio ispira evidentemente, perché simile è la storia di Helge Bjornstad, giocatore norvegese di sledge hockey che, al termine della partita con l'Italia alle Paralimpiadi di Torino (risultato: 12-0), riunisce a centrocampo compagni e avversari per fare la proposta di matrimonio alla bionda Catherine. Lei lo raggiunge sul ghiaccio e sugella il lieto fine con un bel bacio.


La nostra tennista Francesca Schiavone invece si è tolta, almeno nelle immagini, dall'imbarazzo dei sentimenti. Durante un torneo di tennis, nel riposo per un cambio di campo, dice a uno spettatore, accompagnando la cosa con un eloquente gesto: "Dopo... scopiamo!" Il prescelto risponde affermativamente muovendo la lingua e una mano a mo' di conferma.

(http://video.jumpy.it/striscia/C_3_video_2286_filevideoadsl.wmv)

Alla Schiavone piacciono i modi diretti, senza tanti fronzoli... e forse ha ragione lei. Di tanto in tanto, chiunque di noi dovrebbe fare così, ovvero lasciare il cuore a casa.





La love story più emozionante...



e purtroppo solo in parte a lieto fine, è quella che abbiamo conosciuto grazie all'oro vinto nel sollevamento pesi da Matthias Steiner. Salito sul podio, il robusto atleta ha mostrato la fotografia della moglie Susann, dedicando a lei la vittoria.

 Steiner, viennese, per la sua Susann (una ragazza che lo aveva contattato per via epistolare dopo averlo visto in tivù) si era trasferito in Germania e, dopo il matrimonio, aveva chiesto e ottenuto la cittadinanza tedesca. Lui e Susann avevano progettato di visitare insieme la Cina, durante le Olimpiadi, tanto che avevano aperto un conto per pagarsi il viaggio. Ma in un maledetto giorno del luglio 2007 lei muore in un incidente stradale. Matthias Steiner cade in profonda depressione, poi capisce che l'unico modo per poter continuare a vivere è quello di riprendere ad allenarsi per andare a Pechino e vincere l'oro per la sua amata. E ci riesce!

giovedì, agosto 21, 2008

Risate sulla pista del Nido d'Uccello


Al "Bird's Nest" di Pechino quest'oggi alcuni atleti ci hanno fatto proprio sbellicare. Stiamo parlando dei quartetti maschili e femminili delle staffette di Italia e U.S.A., due nazioni strettamente alleate - anche quando si tratta di improvvisare uno spettacolo comico.

E' stata ancora una volta una giornata d'atletica favorevole alla Giamaica. Anche perché i velocisti statunitensi hanno un rapporto a dir poco freudiano con il testimone (lo hanno dimostrato già in passato). L'ultima frazionista stelle-e-strisce è addirittura tornata indietro a raccoglierlo, rimettendosi a correre e arrivando, ovviamente, ultima. Il tutto mentre sugli schermi comparivano i volti disperati delle sue compagne.

Tra gli uomini, è stato Tyson Gay il Grande Imbranato. Proprio lui, l'uomo che doveva insidiare il recordman giamaicano Usain Bolt. Gay e Patton non sono riusciti a coordinarsi nel passaggio del testimone che, nell'evidente sconforto dei due atleti, è caduto a terra. La squalifica è inevitabilmente scattata.




E gli Azzurri?

La staffetta maschile 4x100 è stata squalificata dai giudici insieme alla Gran Bretagna (a beneficiarne è stata la Cina), ma comunque sarebbe stata fuori dalla finale con il tempo di 39"12. Le polemiche da parte degli staffettisti azzurri sono proseguite ai microfoni della Rai, con Simone Collio che ha attaccato duramente la Federazione Italiana di Atletica Leggera: "Abbiamo sbagliato e ci prendiamo tutte le nostre responsabilità" ha detto il velocista azzurro, "ma non è tutta colpa nostra. Dai mondiali di Parigi in poi, abbiamo cambiato sei volte il quartetto. Vengono prese decisioni che a mio avviso non sono corrette. E noi non capiamo perché. Così non si va da nessuna parte."


Da nessuna parte sono andate anche le nostre "campionesse", che in quanto a imbranataggine cercano il loro pari tra tutte le squadre del mondo. Quattro cambi sbagliati su quattro... Incredibile ma vero.


Dopo le risate fatte ieri sera grazie all'Italia del calcio (ri-debutto del "genio degli allenatori", quel Lippi che ci ha fatto vincere un mondiale con 10 difensori e 1 attaccante), 2-2 contro la "fortissima" Austria, non credevamo di poter ridere allo stesso modo pure oggi...

Lo sport, quando vuole, fa proprio bene alla salute!

sabato, febbraio 09, 2008

Cristiano Lucarelli: esemplare figura di professionista

3 febbraio 2008. Nel suo esordio ufficiale con il Parma, Lucarelli realizza già la sua prima rete: segno che la classe non è acqua. Pur se il suo nuovo club alla fine dei 90 minuti soccomberà (2-3 al Tardini contro l'Atalanta di Del Neri), i tifosi emiliani hanno avuto conferma che l'acquisto del celebre centravanti è stata una decisione felice e che il Parma non potrà che trarre vantaggi dalle prestazioni del bomber over 30, un po' come succede alla Fiorentina con l'altra vecchia gloria Vieri e al Bayern München con Luca Toni.


 Dopo la stagione 2006/2007, Lucarelli era stato ceduto per 8 milioni di euro allo Shakthar, che provvide a ricoprirlo d'oro: triennale da 4 milioni a stagione. Niente male per un attaccante di - allora - 32 anni! Lui sarebbe rimasto volentieri a Livorno, ma visto che i fans (inspiegabilmente) lo  contestarono, Cristiano, emblema degli Amaranto e due volte capocannoniere della Serie A, in accordo con la società fece le valigie trasferendosi appunto in Ucraina. Per "Cristiano gol" si è trattato della seconda esperienza lontano dall'Italia, dopo quella di dieci prima a Valencia, quando un grave infortunio bloccò la sua ascesa nella Liga spagnola.

A Livorno nessuno gli diede del traditore per la scelta fatta, né i tifosi (di cui resta un idolo) né la stessa società, che lo ringraziò con una nota ufficiale apparsa sul sito internet:

"L'A.S. Livorno ringrazia Lucarelli, capitano e professionista esemplare, per le molteplici emozioni trasmesse nelle quattro stagioni con la maglia amaranto. Con le sue 93 reti, è stato il secondo cannoniere nella storia del Livorno e il vincitore della classifica realizzatori della serie A 2004/2005, ha contribuito in maniera determinante alla conquista della storica promozione in A, alle tre salvezze consecutive in massima serie e alla partecipazione nella Coppa Uefa 2006/2007".

Il comunicato si concludeva con i ringraziamenti di rito: "La società A.S. Livorno Calcio nella persona del Presidente Spinelli saluta con grande affetto il giocatore e l'uomo. Al calciatore l'augurio più sincero di un felice proseguimento di carriera e di vita".


Cristiano non è soltanto un bomber, ma anche una persona di sani principi. Al momento di partire per l'Ucraina si sentì obbligato a dare spiegazioni ai tifosi, dichiarando che con i soldi guadagnati all'estero voleva fare qualcosa anche "per la sua gente", investire a Livorno, creare nuovi posti di lavoro. Sulla sua homepage www.cristianolucarelli.com sono contenuti molti interessanti articoli (tra cui un ritratto a firma di Alessandro Lucarelli, suo fratello) che svelano la personalità di questo professionista d'eccezione.


Le sue peculiarità caratteriali risaltano tra l'altro benissimo dalla sua biografia. Nell'estate del 2003, reduce da una stagione disgraziata con il Torino, retrocesso in serie B con il suo centravanti autore di un unico gol, Cristiano aveva rinunciato all'offerta di un miliardo di vecchie lire pur di poter tornare a casa e firmare con il Livorno, club di cui era tifoso fin da bambino. Il suo procuratore, Carlo Pallavicino, ne aveva tratto spunto addirittura per scrivere un libro, diventato presto un bestseller.

Quattro anni e una novantina di gol dopo, Cristiano Lucarelli lasciò - sia pur a malincuore - la Toscana per involarsi verso l'Europa dell'Est. Un'altra avventura straordinaria nel suo percorso esistenziale... Avventura che fin dall'inizio si rivelò felice, dato che, grazie anche all'attaccante italiano, lo Shakhtar Donetsk (sotto la guida di Lucescu) ha potuto finalmente raccogliere successi in campo europeo, oltre che stravincere il campionato ucraino.

Come Luca Toni (anche lui non più giovanissimo), il quale si è accasato a Monaco dove è subito diventato l'idolo dei tifosi del Bayern, anche Lucarelli ha raccolto plausi e simpatie nella sua nuova località distante dai patrii lidi. E le sue prestazioni in Champions League hanno fatto sicuramente mangiare le unghie a quei presidenti italiani che non vollero sborsare per il suo cartellino una cifra adeguata, favorendo così lo Shakthar.


Il sogno di Cristiano era, allo scadere del contratto con gli ucraini, di tornare a Livorno, per chiudere la carriera nella sua amata città. E' approdato invece a Parma; ma Parma è solo a un tiro di schioppo, e un po' di libeccio arriva fin là... 



                                      

Gioia e libertà.  Lucarelli non è l'unico calciatore ad avere una grande passione per Ernesto 'Che' Guevara: anche Riccardo Zampagna, Fabrizio Miccoli, Davide Balleri e Juan Sebastian Veron stravedono per il mitico rivoluzionario argentino. Così come Diego Armando Maradona, del resto. Ma questa è un'altra storia.

sabato, febbraio 03, 2007

Vergogna!

Guerriglia dopo Catania-Palermo. Un agente morto, un altro gravemente ferito. Una tragedia programmata?

Dire di sì al calcio è dire di sì alla vita. E' solo un gioco, certo, ma è anche paradigma dell'umana esistenza. Undici amici che indossano la stessa casacca gareggiano contro altri undici ragazzi che solo per caso, o per quel che potremmo chiamare "una contingenza del destino", indossano una casacca dai colori diversi. Questo, in sintesi, dovrebbe essere il principio. E invece cosa accade?
Dalla Serie A alle categorie minori salta fuori l'idiozia di alcune frange. Ma questi disordini sono davvero incontrollabili?

La madre dei cretini è sempre incinta.

I tifosi del Palermo sono arrivati allo Stadio Massimino con ben un'ora di ritardo. "Motivi di ordine pubblico", la motivazione. Sarà. A quel punto il club rosanero conduceva per 1-0. Rete probabilmente in fuorigioco di Caracciolo. Molte le decisioni discutibili dell'arbitro Farina in questo derby siculo. E agli ultras catanesi è dato di volta il cervello.

La colpa di chi è?

La colpa è di chi pensa che il tifo e lo sport siano un mondo dove conta solo vincere e sopraffare l'altro anche a costo di commettere violenze e corruzioni. Il marcio è tantissimo. Abbiamo impiegato un momento a dimenticare Moggi e il sistema che gli gira intorno. Tutto passato... anzi, forse ci eravamo sbagliati.



Chi ieri si trovava al Massimino (sponda palermitana) ha vissuto un inferno. A prescindere dalle responsabilità oggettive delle due tifoserie e dal dolore per la morte dell'agente e ferimento di altri, c'è da segnalare la totale ignoranza in materia del corpo della polizia.
Gli agenti erano prevenuti nei confronti dei tifosi rosanero e hanno esagerato, verbalmente e fisicamente. Sembravano loro gli hooligans... Adesso tutti invocano leggi più draconiche. Ma per reprimere chi? E perché? Il calcio è un aspetto fondamentale della società. Se è malato, è perché la società è malata. La marmaglia che si è scatenata ieri non era formata da delinquenti che, non avendo niente da fare, hanno devastato e ucciso per noia, ma persone frustrate, giovani senza futuro che non vengono aiutati dal governo (che si chiami Prodi o Berlusconi) e che vengono abilmente pilotati a distanza da psicomanipolatori ai quali tale potenziale di violenza torna sempre comodo. Alla radice del disagio di questi giovani ci sono questioni di natura sociale e culturale. E' il segno evidente di una mancanza totale di senso di civiltà e rispetto verso gli altri.
Ma non è un problema circoscritto al meridione d'Italia o in particolare alla Sicilia.

In ogni forum e persino sui media si dice: "Ovvio: è accaduto al Sud!" Un momento. Queste sono farnetichazioni sostenute da preconcetti che debordano nell'ignoranza più gretta. Gli idioti violenti hanno residenza in ogni parte del mondo; e d'Italia. Nel Mezzogiorno c'è anche tantissima gente per bene. Rinfreschiamo qui di seguito un po' la memoria.



******************
-Nov. 1994: Incidenti prima, durante e dopo la partita Brescia-Roma. Accoltellato il Vicequestore di Brescia G. Selmin.
-Gen. 1995: Genoa-Milan. Muore V. Spagnolo, tifoso del Genoa accoltellato da "supporters" milanisti.
-Ott. 1997: Atalanta-Brescia. 20 gg. di prognosi per un poliziotto colpito da una bomba carta.
-Ott. 1997: Scontri tra fans italiani e inglesi; 40 arresti e un tifoso inglese accoltellato.
-Gen. 1998: Brescia-Fiorentina. 50 tifosi feriti. 5 arresti.
-Ott. 1998: 32 tifosi al seguito del Varese vengono arrestati per guerriglia urbana.
-Ott. 1999: 20 fans livornesi vengono arrestati. Danni per centinaia di milioni.
-Ott. 1999: Samp-Bologna. 2 ore di guerriglia. Diversi contusi tra agenti e tifosi.
-Mar. 2000: Accoltellato un fan del Leeds in Roma-Leeds.
-Ott. 2000: Accoltellati 2 tifosi inglesi prima di Lazio-Arsenal.
-Mar. 2004: Scontri tra sostenitori di Lazio e Roma in occasione del derby capitolino. Partita interrotta.
(...)
- 3 febbraio 2007. A Livorno e Piacenza compaiono scritte sui muri inneggianti alla morte dell'ispettore di Polizia Filippo Raciti, rimasto ucciso nei disordini di Catania. I soliti imbecilli colpiscono ancora.

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La colpa NON è di noi tutti, ma di chi permette il lancio di motorini dagli spalti, le bandiere celtiche e filonaziste, le bombe carta, le monetine usate come corpi contundenti, ecc.
La colpa è dei vertici della F.I.G.C., delle stesse società, e delle autorità costituite. Viene sollevato un polverone per le scandalose intercettazioni telefoniche, però poi la Juve tornerà in Serie A l'anno prossimo, il Milan si qualificherà per la Champions, la Fiorentina per la Coppa Uefa, e la Lazio ancora gioca nella massima divisione.
La colpa è di chi invita Moggi a tutte le trasmissioni televisive e a conferenze varie, tra cui quella in una scuola campana (per parlare della moralità e correttezza del calcio!). Le persone responsabili di tutto ciò devono VERGOGNARSI!
La colpa è di chi consente, nonostante un lavoratore in uniforme sia deceduto e un altro si trovi in fin di vita (dopo una "semplice" partita di calcio!), che tra una settimana tutto riprenda secondo gli stessi moduli.

Basterà un minuto di silenzio su tutti i campi e lo show andrà avanti; come da copione.

sabato, ottobre 07, 2006

Italia-Ucraina 2-0

Questa notizia non viene commentata per solidarietà con i giornalisti della stampa e della radio-tivù, che sono in sciopero.

venerdì, giugno 02, 2006

La Nazionale degli pseudotalenti

Stanchi, brutti, nervosi... Due sono state le partite-test disputate dalla Nazionale italiana a pochi giorni dai mondiali di calcio: la prima contro la Svizzera (1-1), la seconda contro l'Ucraina (0-0). Soprattutto a proposito di quest'ultima, quasi sorprende che gli appassionati accorsi allo stadio di Losanna - quasi tutti emigrati che faticano duramente per potersi mantenere in vita - non abbiano reclamato indietro i soldi del biglietto. E a pagare dovrebbe essere il signor Lippi, di tasca sua. Se quelli da lui schierati sono gli individui (atleti? ma va'!) che devono far dimenticare gli scandali e le corruzioni che hanno macchiato "il gioco più bello del mondo", siamo proprio a cavallo! Si tratta di ragazzini viziati, arroganti, fannulloni, completamente indegni di indossare la casacca azzurra. Non hanno inoltre nessun senso di fairness (prerogativa per ogni vero sportivo), tanto da far scuotere la testa ai commentatori stranieri - Beckenbauer su tutti - chiamati a dover dare un giudizio sugli Azzurri dopo queste due amichevoli in terra svizzera. Gattuso ha seri problemi psicologici: probabilmente perché piccolo di statura, crede di poter equilibrare tale deficit picchiando sempre duro l'avversario. De Rossi è un tipico prodotto della scuola Roma - vedi anche Cassano e Totti -: potrebbe essere un dio del pallone e per certi versi lo è, ma poi rovina tutto saltando all'improvviso su una gamba dell'avversario a terra, magari nel corso di un'azione senz'importanza, lontano dall'aria di rigore. Anche Inzaghi - come ha sottolineato Beckenbauer davanti alle telecamere del programma nazionale tedesco - ha un caratterino da prendere con le molle.
Osservando poi il "sistema di gioco" in sé, Lippi si riconferma fido adepto della scuola Juve e vecchio Milan, cui appartiene anche Trapattoni (il quale, dopo aver mezzo rovinato lo Stoccarda, che era lanciato per diventare l'avversario più temibile del Bayern nella Bundesliga, è andato a riparare come D.S. in quel di Salisburgo, Austria): difesa rocciosa senza molti elementi di classe (vedi il macellaio Materassi), attaccanti disperatamente isolati, centrocampisti tipo Pirlo (nomen est omen) che non sono assolutamente da Nazionale. Il gioco è una noia, a volte poco più che melina; pochi gli spunti per rilanciare l'azione in avanti, e questi "spunti" spesso nascono da lanci lunghi del portiere... "e che la fortuna ci assista!".
Mister Lippi dovrebbe spiegare agli italiani il perché di certe sue convocazioni. Dove vuole arrivare con questa rosa? Certo, sono 18 i risultati utili consecutivi infilati dalla sua Nazionale; ma il Campionato del Mondo non si vince con i pareggi.
In Germania, cari amici, dobbiamo aspettarci da questi Azzurri solo una serie di brutte figure.

sabato, maggio 27, 2006

20sima tappa del Giro d'Italia

Accidenti a chi mi parla di differenza di mentalità tra Nord e Sud! I meridionali sono in genere più folli, più futilmente espansivi o comunque meno ragionevoli dei settentrionali? Ma chi lo dice?! Proprio ieri a Berlino, durante l'inaugurazione della nuova Stazione Centrale della capitale della Bundesrepublik, un sedicenne ha accoltellato a casaccio decine e decine di persone. "E' tedesco" hanno precisato le agenzie di stampa nazionali, "però era ubriaco..."
Ah, bene. Meno male che hanno la scusa parata. Fosse stato uno straniero ad andare fuori di testa (e gli stranieri ne avrebbero ben donde, visto come vanno le cose)... apriti cielo!
E oggi si è svolta la 20sima tappa del Giro d'Italia, la Trento-Aprica. Siamo nella terra di Bossi, come comprendiamo senza ombra di dubbio dai segni, dalle scritte e dai simboli sull'asfalto e negli spalti. E' la corsa senz'altro più impegnativa in assoluto di questo Giro: il Tonale lo si affronta dopo 85 km, il Gavia (Cima Coppi, a quota 2.621 metri sul livello del mare) dopo 112 km, il leggendario Mortirolo dopo 180 km e l'Aprica in capo a 212 km.
80.000, forse 100.000 spettatori sono disseminati lungo gli ultimi chilometri dalla vetta del Mortirolo, e almeno la metà di loro ha perso completamente il senno. La strada è stata sbarrata il giorno prima: segno che questi "tifosi" sono arrivati nottetempo, o nelle prime ore della giornata. Niente è impossibile per i "Celti". Ed ecco che vediamo molti di questi individui in mutandoni versare acqua sulla schiena dei corridori che arrancano a 10 km orari, corridori che protestano - inutilmente - con voce rauca di voler essere lasciati in pace; vediamo esibizionisti in maglietta verde (che non è certo quella del Premio della Montagna) che si buttano con facce estasiate sotto le ruote delle motociclette della RAI e delle ammiraglie. Nel frattempo, videocamere/telefonini vengono schiaffati sotto il naso dei pedalatori, impressionando primi piani stremati e spaventati. Perché? Ma naturalmente per poter poi affermare: "Vedi? C'ero anch'io!"
"Tu? Ma dove sei?"
"Sono quello che ha fatto la foto!"
Un tizio robusto - anche lui in mutandoni - si precipita da una rupe erbosa e frena appena in tempo evitando di rovinare addosso a Simoni, il quale, ad inizio dell'ultima, ardua salita è andato in testa insieme a Ivan Basso.
L'inseguitore Guiterrez deve subirne di tutti i colori. Gli "appassionati del ciclismo" gli mollano pugnettini sulle reni, gli urlano frasi (magari anche un "Tua moglie ti ha fatto le corna!"), forse allo scopo di deprimerlo e fare così aumentare il vantaggio della coppia di italiani.
Due vere e proprie muraglie umane, corpi seminudi quasi tutti sgradevoli a guardarsi, fanno da cornice alle nervose inquadrature dei cameramen motorizzati.
"Tanti brividi non li avevamo avuti neanche noi che facciamo questo lavoro da anni!" dichiara con voce rotta il commentatore, il medesimo che poco prima aveva - per l'ennesima volta! - cantato gli elogi del defunto Pantani, nonostante sia risaputo che "Elefantino" avesse fatto forte uso di dopanti.
Davvero schifosa la telecronaca di Rai 3. C'è la telecamera in testa (giusto quella!) che funziona malissimo, come del resto è già spesso accaduto durante tutto questo Giro. Poi un break pubblicitario, proprio ad inizio della discesa decisiva (con Basso e Simoni ancora in fuga), e quindi il collegamento si spegne, muore, non esiste più. Credo che abbiano "solamente" staccato il satellite per l'estero, come la RAI fa ormai spessissimo a proprio piacimento, secondo le lune del momento.
E va bene. Cambiamo canale. I due commentatori tedeschi di Eurosport sono molto più obiettivi: chiamano stupidi gli avventati spettatori montanari e sottolineano che al Giro di Francia i responsabili avrebbero senz'altro messe le transenne. E' un piacere seguire il proseguo della tappa, fino ad Aprica (dove vincerà Basso), su Eurosport. Certo: le telecamere sono quelle italiane, e dunque l'immagine è a dir poco "mossa" (da far diventare epilettici, in vero!), ma i due professionisti germanofoni dicono e spiegano tutto con parole chiare e con grande cognizione di causa.
A questo punto, rinunciamo volentieri anche a quell'ignobile teatrino del "Processo alla Tappa", che va in onda sempre su Rai 3; ma siamo aiutati in ciò dal fatto che il programma è ancora - insensatamente - oscurato... Quasi a voler ammonire gli italiani all'estero: "Peggio per voi che siete emigrati!"



IVAN BASSO